Ma dove diavolo eravamo che ci siamo persi gli
Sleepers.Cavoli, le fanzine, le riviste ci hanno fregato alla grande con la
british invasion e ora ci ritroviamo con giovani indie rincretiniti con
la maglietta dei Joy Division solo perché fa figo.Dannazione, nessuno
sembra ricordarsi di Ricky Williams, un fottuto freak, troppo strano
anche per i Flipper, che, dopo nemmeno un anno di militanza lo buttarono
fuori dal gruppo. Eppure, diamine, Williams non era una di quelle finte
rockstar con in mente solo il successo, i soldi, le donne e le droghe. Gli
eccessi e le droghe non mancavano, senza dubbio, ma la fama e il desiderio
sfrenato di denaro potevano anche andare a farsi benedire. L’obiettivo
principale era vivere la musica nelle sue sfumature e sublimazioni, viaggiare
con l’immaginazione mentre si suona, magari con l’aiutino di qualche
sostanza stupefacente.
Ricky Williams inizia come batterista dei Crime nel
1976-1977 e diventa poi cantante degli Sleepers, band del sottobosco musicale di
San Francisco.
E' il 1978 ed esce il primo ep degli Sleepers "Seventh World"(oggi
introvabile, se non fosse per la compilation "The Less an Object",
pubblicata nel 1996).Ricky Williams alla voce, Michael Belfer alla chitarra
(membro dei Tuxedomoon dal 1977 fino ai primi anni ottanta), Paul Draper al
basso e Tim Mooney alla batteria scatenano l'inferno. Accendono la miccia, infuocano
i sensi con un maledetto banchetto rock'n'roll per le anime perdute nel
furore della notte. La voce di Williams, bizzarro incrocio tra Iggy Pop
e Marc Bolan, echeggia tra le selve oscure, Belfer offusca le menti con riff
graffianti ed esplosivi. “Seventh world”, la canzone di apertura, è la prima
bomba a fulmicotone: un colpo ben
assestato, cantato sporco, ritmo selvaggio, come nella miglior tradizione punk,
una dannazione fra le frasche pungenti della perdizione. In “No Time” prende il sopravvento la
ruvidezza, l'aggressività sale alla gola profonda dell'anima, non ti lascia respirare, chitarra e batteria uniti nella battaglia risuonano come spari nel vuoto dell'esistenza, i sospiri carnosi, urticanti e terribilmente strazianti di Williams incarnano la disperazione, l'angoscia dell'incertezza dell'inquieto vivere.Un' inquietudine rabbiosa, ma anche strafottente ed incurante, come in "Flying", dove il raw power della sguaiataggine punk si veste di glam, della serie provate ad immaginare un Noddy Holder ubriaco cantare "Little doll" degli Stooges.In"She's fun " e "Linda"la vena glam lascia poi spazio a suggestioni post-punk , riprese ed esplorate nel primo ed unico album "Painless Nights"(1981), che suona come un malinconico addio ai ritmi iracondi dell'ep d'esordio.
Il disco raccoglie otto gemme di raro splendore, piccole perle sparse sui fondi marini, tra sassolini, meduse e pesciolini. Canzoni "When Can I Fly", "Walk Away", "The Mind" solcano gli scogli della speranza, tra flussi di acqua ondivagi e il piacevole frescolino della sabbia bagnata.Sembra di stare ad occhi chiusi, in piene fase rem, accompagnati nel sogno dalla profonda, ipnotica e un po' bowiana voce di Williams e dalla suspense eterea tracciata dalla chitarra di Belfer."Painless Nights" potrebbe essere un album dei Siouxsie & The Banshees con alla voce David Bowie, se gli Sleepers fossero nati nella terra di Albione.E invece no, provengono dall'underground di San Francisco e suonano maledettamente british, così tanto che gli inglesi non li hanno nemmeno filati.Peccato, non sanno cosa si sono persi.E voi cosa aspettate?Non vorrete mica perderveli.Un attimo ancora, un ultima news, dopo che vi ho fatto una testa tanto, vi chiederete che fine ha fatto Ricky Williams.Ebbene dopo lo scioglimento degli Sleepers Williams ha cantato per qualche anno nei Toiling Midgets e nel 1992, malato d'asma, è morto nel sonno da bravo Sleeper.
7 commenti:
buona band molto malata,mi ricordano i psychedelic furs degli inizzi chissa il perche'...bo
Sì come paragone ci può stare se riferito a "Painless nights".
avevo comprato "Painless Night" seguendo la recensione di Rockerilla, ma non mi aveva colpito particolarmente, proverò a riascoltarli.
omiodio che blog!
perfino i DNA!
complimentoni!!!
Grazie indierocker :).
Probabilmente uno dei gruppi più sottovalutati di sempre, ma non da me, li adoro e painless night è uno dei miei dischi preferiti.
Bravo
gianf
Grazie Gianf :).
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