domenica 15 gennaio 2012

Eric's trip - Love Tara




Strana storia quella degli Eric's Trip. Una band con i natali canadesi, ma musicalmente parlando, americana a tutti gli effetti. Il gruppo nasce nel 1990 dall'unione di vari veterani della scena underground di Moncton (New Brunswick): il cantante/chitarrista Rick White, il chitarrista Chris Thompson, il batterista Ed Vaughan (presto sostituito da Mark Gaudet) e la bassista / cantante Julie Doiron Clayton. Fin dalla scelta del nome la band canadese dimostra la sua passione per la scena indipendente statunitense, Eric's trip è infatti il titolo di un brano dei Sonic Youth.


Nel Dicembre 1990 il gruppo pubblica la prima cassetta omonima "Eric's Trip", e gli ep, Caterpillar e Drowning (1991), Warm Girl e Belong (1992), Peter (1993). Nel 1993 arriva la firma per la prestigiosa etichetta di Seattle, la Sub Pop, strano a dirlo, gli Eric's trip sono la prima band canadese a  farlo, non poteva essere altrimenti. Esce poi un nuovo ep "Songs about Chris", seguito dall'album  di debutto "Love Tara". La copertina del disco è un manifesto d'intenti, due ragazzi adolescenti nell'angolo si abbracciano, pomiciano, ed accanto, sul tavolo viene scaraventato lo zaino come uno straccio vecchio. Dalla foto non si capisce bene, ma il luogo in cui si trovano i due adolescenti potrebbe essere un stanzino di qualche high-school. Il disco descriva alla perfezione questa atmosfera adolescenziale naif, che fa molto gioventù spensierata. C'è spazio per brani ritmati, in stile alternative rock americano (Blinded, My Room, Follow, Belly) e per  brani più indie  pop alla Tiger Trap (Behind the garage, Stove, Secret for Julie, To Know them). I due approcci stilistici si incontrano con delizia e incanto quasi fossero i  corpi dei due ragazzi della cover, un equilibrio di amorosi sensi e il disco scivola via che è un piacere. Un piccolo classico del sottobosco underground canadese da ri(scoprire). Da consumare preferibilmente con il volume dello stereo (o mp3) a palla e il chewing gum in bocca, pronto ad essere appiccicato sotto il banco. Un po' come nel video di Playground love, ma in chiave dannatamente grunge. Della serie ballare con il proprio /a ragazzo/a e ritrovarsi a pogare tra la folla, senza nemmeno accorgersene. Potete già dire addio alle scarpe,  un brivido di sudore riscalderà i vostri cuori.



lunedì 9 gennaio 2012

Beastie Boys - Licensed to Ill


I Beastie Boys nascono nel 1981 a New York,  Mike D (aka Mike Diamond), MCA (aka Adam Yauch) formano il gruppo insieme al batterista Kate Schellenbach e il chitarrista John Berry. Cominciano a suonare nei clubs underground di New York e nel 1982 incidono sull'etichetta indie Rat Cage il primo ep "Pollywog Stew" all'insegna dell'hardcore punk. Nel 1983 la band incontra Ad-Rock (aka Adam Horovitz) componente del gruppo hardcore "The Young and the Useless". All'inizio del 1983 Schellenbach e Berry lasciano i Beastie Boys ed Horovitz entra in pianta stabile nella band. La svolta hip hop avviene con il singolo "Cooky Puss" (1983), anche se in modo del tutto acerbo. Nel 1984 il gruppo comincia a collaborare con il produttore Rick Rubin, fan hip hop e metal, che ha da poco fondato la Def Jam Records insieme all'amico Russell Simmons. Nel 1985 la Def Jam Records mette ufficialmente sotto contratto i Beastie Boys e sempre nello stesso anno esce il singolo "She's in on it", un brano rap che campiona "Back in Black" degli AC/DC. La canzone fa da trampolino di lancio alla nuova veste crossover dei Beastie Boys, immortalata al meglio nell'album di debutto "Licensed to Ill" (1986).

La ricetta è facile: campionamenti di brani rock, attitudine punk caciarona alla Gang Green e stile vocale hip hop. Se dovessimo guardare con gli occhi di oggi "Licensed to Ill" potrebbe sembrare una schifezza assurda, realizzata da tre pagliacci che vogliono solo divertirsi e fare casino. Già all'epoca molti critici musicali e addetti ai lavori lo pensarono. E' indubbia l'attitudine festaiola dei primi Beastie Boys, ma bisogna stare attenti a non correre con le parole. Non basta un ascolto distratto e la solita strafila di pregiudizi. Con "Licensed to Ill" ci troviamo di fronte al primo gruppo rap bianco, apprezzato anche dal pubblico nero. Non mi sembra una cosa di poco conto. E se non bastasse grazie al sempre redivivo Rick Rubin l'album nel suo complesso risulta un perfetto incrocio tra rock ed hip hop: uno dei primi e meglio riusciti esperimenti di commistione tra generi musicali. Basterebbe "Fight for you right" per fare di "Licensed to Ill" un capolavoro, ma non mancano altre chicche come "No Sleep till Brooklyn" e "Hold it now, hit it" a completar l'opera. Una botta di energia non indifferente, altro che Gatorade. Cosa aspettate ad ascoltarlo? Smettetela di perdere tempo con gruppetti pseudopunk e ascoltatevi del sano rap con una vena punk dura a morire.




domenica 1 gennaio 2012

What's the story? There is no glory : Dane Conover


Non c'è gloria per Dane Conover, polistrumentista, componente della pop band di San Diego "Puppies", che nel 1982 decide di spiccare il volo da solo con un progetto  da one man band, i "Trees". I presupposti per il successo di pubblico e critica ci sono tutti. "Sleep convention", il primo disco di Conover (aka Trees) esce su un'etichetta major, la MCA Records e viene prodotto da Earle  Mankey, leggenda del rock losangelino (chitarrista degli Halfnelson e produttore di band come Runaways, Concrete Blonde, The Long Ryders e molte altre). 

I video low budget, realizzati da Kim Fowley, vengono trasmessi per qualche settimana sulla nascente MTV americana per poi poi sparire dalla circolazione (recentemente sono stati pubblicati dallo stesso Conover sul canale youtube "Pop Gems"). La MCA Records non si dimostra interessata alla promozione dell'album, il disco viene di sana pianta ignorato dalle maggiori stazioni radiofoniche. E manco a farlo apposta, la mancanza di pubblicità e di esposizione designano il fallimento commerciale di "Sleep convention", ma consegnano a "Sleep convention" l'aurea di disco di culto  e gemma perduta. Sul web gli appassionati di new wave e synth pop ancora oggi discutono amabilmente di "Sleep convention" e vanno alla ricerca su ebay delle copie originali del vinile. E a ben vedere sono sulla cresta dell'onda dei buon gustai, di fatto"Sleep Convention" si dimostra una piccola perla da riscoprire. Conover unisce la sua passione per lo stile pop alla Beach Boys a quella per le nuove tecnologie futuristiche e futuribili. Le atmosfere del disco sono un ponte ideale tra passato ("Red Car" ) e futuro ("Shock of the new"), tra l'immaginario romanzesco del Grande West e  il clima di distensione da guerra fredda. Sogni, paure, desideri, ricordi d'infanzia sono racchiusi in dieci, deliziosi brani synth-pop . Cosa voler di più dalla vita.

Streaming


Links:
Sleep Convention
Streaming del programma radio di Dane Conover
Canale youtube "Pop Gems"