Artista : The Verve
Titolo: A Storm in Heaven
Genere: Shoegaze, Dream Pop,Psychedelic Rock
Anno:1993
I Verve si formano nel 1989 a Wigan, Lancashire, Inghilterra.Richard Ashcroft alla voce e chitarra,Simon Jones al basso, Peter Salisbury alla batteria e Nick McCabe alla chitarra.
Nel 1992 incidono per la Hut Recordings i primi singoli, "All in the Mind", "She's a superstar", "Gravity Grave", accompagnati da recensioni positive della stampa specialistica. Con la "benedizione" della critica musicale nel 1993 pubblicano l'album d'esordio sulla Vernon Yard "A Storm in Heaven". Un fulmine a ciel sereno.In piena epoca grunge, quando ancora termini come shoegaze e brit pop non erano stati codificati, i Verve anticipano i tempi:uniscono il tradizionale english touch dal retrogusto pop a suggestioni neo-psichedeliche,riuscendo a inalare nel nettare rigoglioso dell'ascoltatore sulfurei attimi sognanti. La chitarra di McCabe si disperde in cunicoli, vie, sobborghi, per poi rimbalzare indietro come un'eco e scontrarsi con i lenti, inesorabili climax vocali di Ashcroft.Un crescendo continuo di stimoli e impulsi. Chiusi gli occhi, sarà difficile distinguere il sogno dalla realtà.Per i neofiti o per chi conosce solo il successivo lato pop dei Verve ("Urban Hymns","Forth") , la sorpresa sarà doppia. Ricordo ancora, come se fosse ieri, quando ascoltai per la prima volta "A Storm in Heaven" non volevo credere alle mie orecchie.Pensavo non fosse possibile e mi sbagliavo. Il capolavoro dei Verve è "A Storm in Heaven"."Urban Hymns",disco della consacrazione commerciale dei Verve,è un ottimo album pop, ma non raggiunge minimamente i livelli invalicabili dell'album di debutto. Affermazione ambiziosa, lo so.Ma con il senno di poi, sento di sostenere più che mai questa mia tesi.I Verve dal primo all'ultimo brano riescono con armonie ben strutturate ad incantarci prima e deliziarci poi.Non inventano niente, il pregio di Aschcroft e compagni è la capacità di catturare le vibrazioni ancora pulsanti di vecchi suoni e trasformarli in qualcosa che non risulti estremamente derivativo. I Verve pur pescando a man bassa dalla psichedelia (Star Sail, Slide Away, Already There, Make it 'till Monday, Blue) con incursioni nella new wave ottanta (See you in the Next one ricorda le melodie pop degli Echo & The Bunnymen), nel rock nevrotico (Butterfly) e richiami al prog (Beautiful mind) e al blues (The Sun, The Sea), riescono ad evitare l'effetto " del già sentito".Non rimane quel spiacevole senso di assistere a una noiosa, quanto inutile, replica dei bei tempi che furono, bensì si ha la sensazione di assistere a una nuova nascita.
Tracklist:
1.Star sail
2.Slide Away
3.Already there
4.Beautiful Mind
5.The Sun, The Sea
6.Virtual World
7.Make it 'till Monday
8.Blue
9.Butterfly
10.See You in the Next One (Have a Good Time)
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2 commenti:
Condivido al 100% tutto cio' che hai scritto. Per me, questi sono i veri Verve. A mio parere il loro capolavoro non è nemmeno questo, che rimane stupendo, ma il primo omonimo EP..Solo 5 brani, ma di una bellezza disarmante!
The Verve E.P. è stupendo, concordo, anch'io lo trovo superiore, ma A storm in heaven, a parer mio, resta pur sempre un discone.
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