Dopo tanto tempo riprende la rubrica "Sono solo canzonette". In tema con gli ultimi post parlerò di uno dei migliori brani della psichedelia italiana, "Il treno della morte" (1966) del gruppo beat romano, i Jaguars. Non l'ho scelta a caso. Considero la canzone, convincente da un punto di vista meramente musicale e profonda, intensa sotto il profilo del testo, scritto dal chitarrista dei Jaguars Silvio Settimi (e non da Cristaudo Alfredo, collaboratore della casa discografica CDB di Carmine De Benedectis ). Il brano è una cover non dichiarata di "Russian Spy and I", successo del gruppo olandese Hunters. Il testo originale, ad opera del musicista olandese Jan Hackermann, racconta un tipico espediente da guerra fredda, con tanto di love story e l'immancabile seducente spia russa del gentil sesso. Il testo scritto da Settimi dei Jaguars, pur prendendo spunto dall'immaginario russo suggerito dalla musica originale, si distacca dai soliti luoghi comuni di guerra, per accendere i toni della protesta e descrivere un ipotetico incontro tra un capo nomade russo e cosacco e i suoi compagni nella fatidica ora dell'addio. Il vecchio compagno prima dell'abbandono lancia un messaggio di pace e speranza per il futuro, accolto dai seguaci che festeggiano in onore del capo, accedendo un falò e scatenandosi in danze e canti. Da subito, come altre canzoni del tempo, a sfondo pacifista, "Il treno della morte" è soggetto a censure.Clamoroso è l'episodio accaduto durante la messa in onda del programma televisivo "Settevoci", condotto da un giovane Pippo Baudo.Senza avvertire i Jaguars, il conduttore, i curatori del programma e Carmine De Benedectis, manager discografico del gruppo si mettono d'accordo per boicottare l'esibizione del brano. Al momento della diretta parte la base di "Ritornerò in Settembre", spensierata canzone d'amore, con sommo stupore del gruppo, all'oscuro di tutto.Beh, che dire, oggi non farebbe più notizia, ma per l'epoca testo e musica erano qualcosa di scandaloso.
Venite intorno a me
sedetevi perché
il tempo se ne va
il mondo non mi ama
ma cosa può contare
per chi già se ne va
sedetevi perché
il tempo se ne va
il mondo non mi ama
ma cosa può contare
per chi già se ne va
E' passata in fretta questa vita
la fede nella pace è ormai perduta
e per questo dico a voi
che sarete gli occhi miei
portate per insegna una bandiera
celeste come il cielo in primavera
la fede nella pace è ormai perduta
e per questo dico a voi
che sarete gli occhi miei
portate per insegna una bandiera
celeste come il cielo in primavera
In nome della pace
amatevi perché
l'amore vi salverà
amatevi perché
l'amore vi salverà
Sta partendo ora il mio treno
il treno della morte non aspetta
e per questo lascio a voi
la mia confessione ormai
ma voi invece di piangere ora andate
gli altri già cominciano a ballare
il treno della morte non aspetta
e per questo lascio a voi
la mia confessione ormai
ma voi invece di piangere ora andate
gli altri già cominciano a ballare
(ballo russo)
Il mondo ancor vivrà
se l'umanità la pace troverà
se l'umanità la pace troverà
Il mondo ancor vivrà
se l'umanità la pace troverà
se l'umanità la pace troverà
2 commenti:
Il brano è e resta scritto da Alfredo Cristaudo. Lo provano le documentazioni a riguardo della casa discografica. Prego informarsi e apportare le dovute correzioni.
Caro Anonimo,tempo fa lessi un' intervista ai Jaguars e affermavano il contrario. Ti metto anche il link (http://musicaememoria.altervista.org/jaguars_silversett_interview.htm) e ti riporto la frase di Silvio Settimi :"Dopo un paio di mesi di prove e di serate si doveva fare il nuovo disco.
Fino ad allora i testi delle cover dei Jaguars erano del tipo "...io amo te .. Tu ami me .. Ritornerò, pensami ..." e così via. Io scrissi le parole di due pezzi "Il treno della morte" e "Il tempo passerà" [..]"
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