Artista: The Comsat Angels
Titolo: Waiting for a Miracle
Genere: Post-punk
Anno: 1980
Tracklist:
1.Missing in Action
2.Baby
3.Independence Day
4.Waiting for a Miracle
5.Total War
6.On The Beach
7.Monkey Pilot
8.Real Story
9.Map of the World
10.Postcard
Alcuni dischi vengono pubblicati solo per strategie discografiche/ manageriali (e si sente).Senza motivo.Anzi a volte è fin troppo chiaro.Denaro e ancora denaro.Artisti sull'orlo di una crisi di nervi, finiti prima di iniziare.Ma non vorrei dilungarmi troppo su questo aspetto malato della discografia mondiale.Solo un accenno per sottolineare l'importanza di artisti come i Comsat Angels, tutt'altro che schiavi di logiche commerciali. "Waiting for a Miracle" (1980) è uno dei piccoli miracoli della musica, un debutto con i fiocchi, tra i migliori in ambito post-punk/ new wave, alla pari di pesi massimi come "Crocodiles" (Echo & the Bunnymen) , Script of the Bridge (The Chameleons), Jeopardy (The Sound). Stephen Fellows (chitarra e voce), Kevin Bacon (basso), Andy Peake (tastiere), Mike Gleisher (batteria) riescono a fondere saggiamente richiami pop sixties, spunti wave, flussi di luce psichedelici. Eterogeneità di influenze chiaramente percepibile . Ma non è un difetto, anzi. E' la chiave di svolta dei Comsat Angels.La capacità di saper assorbire le sonorità più varie, facendole proprie. Un valore aggiunto, non da tutti."Waiting for a Miracle" non è un puzzle preconfezionato e nemmeno il piatto di uno chef pazzo, bensì un disco omogeneo nelle sue diversità: nessun brano si somiglia, ma emerge lungo tutto il disco una coerenza di fondo, nel rispetto delle disuguaglianze di approcci musicali. Abili, i Comsat angels a elaborare una propria impronta sonora, l'eleganza decadente del post-punk, l'inquietudine dark, la magia pop.Tre componenti amalgamate alla perfezione dalla voce suadente di Fellows, dall'andamento ora lento, ora veloce. Un climax:dalle basse tonalità, tra silenzi, pause, agli sbalzi in avanti, sempre coraggiosi, alla ricerca di pregevoli inserti di tastiera e riff chitarristici, sublimati dalle linee di basso travolgenti.Ne esce fuori un quadro espressionista, dai colori scuri, ma accesi.Dai contorni non ben delineati, ma dalle sfumature accentuate e con i tratti espressivi in evidenza.
8 commenti:
Maccheffigata! Sempre "proto-revival-post-punk"!
Eheh, sono favolosi :D.
Ecco chi mi ricordano, almeno per la voce http://www.youtube.com/watch?v=9v2n2RK8n_c
Questo é piu interesante per me! I always have heard about this band, now I'll take this chance to listen to them! Grazie!
Gli screaming lights hanno la tradizione dei Liverpool(Echo & the Bunnymen,Teardrop explodes) dalla loro.A un primo ascolto nelle loro sonorità non mi sembra di sentire preponderante l'influsso della new wave,ma la componente indie.La voce del cantante dei Screaming lights somiglia a parer mio a un incrocio tra la voce di Paul Banks e quella del cantante degli Starsailor.
@Dave Grazie a te Dave!Now I try to post the streaming of the album.
volevi chiederti se volevi pubblicare un post comune per i referendum di comune accordo con i blogger italiani scrivimi sulla mail così ti mando il materiale......
Ok,Cirano.Ora ti mando l'email.
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