venerdì 15 aprile 2011

R is for Revenge : Discharge - Hear nothing see nothing say nothing


Artista: Discharge
Titolo: Hear nothing see nothing say nothing
Genere: Hardcore punk
Anno:1982
Tracklist:
1.Hear nothing see nothing say nothing
2.The Nightmare continues
3.The Final bloodbath
4.Protest and survive
5.I won’t subscribe
6.Drunk with power
7.Meanwhile
8.A hell on earth
9.Cries of help
10.The possibility of life’s destruction
11. Q:And children .A:And children
12.The Blood runs red
13.Free speech for the dumb
14.The End

Quando ho voglia di ascoltare un po’ di punk duro e puro. Le opzioni sono due : estrarre a caso un disco dalla discografia dei Dead Kennedys o rispolverare “Hear nothing see nothing say nothing”(1982), secondo album dei Discharge. Quasi sempre la scelta cade su quest’ultimo. Pietra miliare della storia della musica, come il buon vino, più invecchia e più è buona. Non si ha la sensazione di avere tra le mani un cd(o vinile), ma una bomba pronta ad esplodere. Ritmi serrati e liriche rabbiose evocano immaginari surreal-apocalittici non molto lontani dal film V is for Vendetta. Il silenzio si rompe, le pedine usa e getta della scacchiera cominciano a muoversi  (“A giant game of chess they play/With you and I as disposable pieces”, Drunk with power). Strade deserte di colpo si popolano. Inizia lo scacco matto al potere(“I won’t subscribe to the system/the hands that tighten around my throat”, I won’t subscribe). Folle oceaniche di persone in protesta(Protest ad survive) colorano di rosso speranza le vie della città . Il traffico si ferma, la televisione continua a trasmettere Beautiful(Hear nothing see nothing say nothing,). Lo scontro tra manifestanti e forza pubblica continua(The nightmare continues), fiumi di sangue scorrono(The blood runs red). Solo quando dalla finestra di una casa si alza un gemito di un neonato (“ In agony they cry and scream/and children and children”,Q:And children A:And children), l’inferno subisce un arresto momentaneo. La macchina della guerra ha subito un grave affronto, incomincia la sfida di chi non tollera la violenza, la distruzione di una vita innocente. Non ci rimane che urlare come ossessi”Free speech for the dumb/ free speech for the dumb”, prima o poi qualcuno ci sentirà.


Recensione pubblicata anche su The Wave Lenght



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