Dietro la luccicante, scintillante leggerezza degli anni ottanta si celano inaspettatamente, a grande sorpresa, melodie pop easy listening impegnate: bottiglie di pregevole fattura, naviganti sulle vette alte delle classifiche, ma portatrici di un messaggio più profondo, ben nascosto da ritornelli orecchiabili da cantare sotto la doccia. Quante volte radio e tv musicali hanno trasmesso “Enola gay” degli Omd, ma rapiti dalle dolci armonie synth, trasportati con forza ipnotica dalle note, in estasi confusionale, capita di non soffermarsi sulle parole delle canzone, passa in secondo piano, nell’oblio più assoluto, lo sfondo emotivo suggerito dal testo pacifista.
Cantiamo, dimentichi della malinconia, del dispiacere per un incubo a cielo aperto: lo scoppio, alle 8.15 esatte, della bomba lanciata dall’aereo militare “Enola gay” sulla città giapponese di Hiroshima.”Enola gay, you should stay at home yesterday/ “Enola gay saresti dovuta rimanere a casa ieri”. Da una lettura attenta del testo emerge, sotterranea, ma dirompente, la triste rabbia per l’evitabile accaduto, se l’aereo non fosse mai partito. L’aereo è un ragazzo partito per la guerra, sulle guancie calde, fresche di baci di addio, di una giovane madre orgogliosa del figlio, scendono le lacrime per un futuro incerto.” Enola gay, is mother proud of little boy today, Oh this kiss you give, it’s never ever gonna fade away/ “Enola gay, la mamma è orgogliosa del suo giovanotto oggi, Oh, quel bacio che hai dato non sbiadirà mai”.
Atmosfera agro-amara presente anche nella canzone pop di successo degli Industry “State of nation “. Il mood sonoro gioioso del brano contrasta con l’infelice delusione bellica raccontata nel testo. I soldati, inviati da eroi in guerra, subitaneamente si accorgono dell’illusorietà della retorica interventista, richiamata ossessivamente dal ritornello “ Don't worry about the situation, […]They're out there fighting for the state of the natio In/” Non vi preoccupate della situazione […] sono lì fuori a combattere per il bene del Paese”. I militari guerreggiano, morendo nella violenza irruenta del combattimento ,nella sconfortante certezza di non-ritorno a casa” Ten thousand gone, they won’t return, never to be seen again/”Sono partiti in diecimila, non ritorneranno, a non rivederci mai più”. La solita vecchia bugia “The old lie” come la definiva il dead poet Wilfred Owen, “dulce et decorum pro patria mori est”, ossia le istituzioni e i media, pur sapendo la tragica fine destinata ai soldati, imperterriti convincono i giovani volontari del valore glorioso della guerra combattuta per l’onore della patria. Chi è che diceva che gli anni ottanta erano solo capelli cotonati e playback si dovrà ricredere.
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