Nel 2009, dopo il disco d’esordio omonimo A place to bury strangers (2007, Killer Pimp records), ritorna sulle scene quella che è stata chiamata a ragion veduta la “loudest band in New York”. Famosa per live infuocati. Su mute records esce finalmente “Exploding Head”. Mai titolo fu più perfetto. Il disco è un’esplosione di suoni, un incrocio magico tra shoegaze, space-rock e dark new wave. Una full-immersion a rischio di scossa elettrica, tra scoppi scintillanti di chitarre distorte, piroette vorticose di lampi, saette, fulmini di labirinti sonori ondivaghi. Siamo spettatori strasvolti-travolti, sconvolti-coinvolti, trascinati, ipnotizzati in scie elettromagnetice ad alta tensione. E’ come vagare, sprofondare in un abisso infinito di watt. Un colpo al cuore in piena regola, di quelli che non si scordano facilmente( “In your heart”). Si prova piacere nel pericolo mortale di sentirsi perduti (“Lost feeling, ”Deadbeat”,”Ego death”), l’autobus è passato, si erra per le dead-end streets, senza via d’uscita, dimenticandosi del tempo. Secondi, minuti, ore volano (“Keep slipping away”), non tornano più indietro, per sempre persi, sfuggono via, scivolati inesorabilmente alla percezione sensoriale(“ Everything always goes wrong”). Neuroni in frantumi, vetri sparsi per terra, è facile inciampare, ma non è niente (“It is nothing”), se si è felici di lasciarsi andare alle mani del destino (“Smile when you smile”), vivere tra la nebbia oscura, ombrosa dell’amore (“I lived my life to stand in the shadows of your heart”).
1 commento:
questi li voglio sentire ,non saranno come gli originali ma però......
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