Prima o poi tutti i dvd finiranno nel cestino. E’ così accecante la visione nitida dei colori sullo schermo video collegato al lettore dvd. Quanto è bello guardare un vecchio film nel formato originale non rimasterizzato, riscoprire le vecchie videocassette sepolte da cumuli di polvere e la pellicola rovinata dall’incuranza del tempo. L’imperfezione della trasmissione visiva riflette l’indecisione dei tratti emotivi, l’indeterminazione dei movimenti sensoriali. La perfezione razionale della tecnologia nasconde meschinamente gli errori umani. E’ giunta l’ora di ritornare alle radici primitive della trasposizione audio-visiva. Il mezzo di comunicazione narrativa non deve alterare il messaggio. Blank Dogs al secolo Mike Sniper, polistrumentista statunitense reduce da un’esperienza in ambiente hardcore-punk (nel gruppo DC Snipers), condivide alla grande questa Weltsanschaung. Nel 2008 pubblica il disco d’esordio “On two sides”, salutato dalla critica come il ritorno alla bassa fedeltà, tanto cara ad artisti degli anni novanta come Pavement, Guided by voices, Sebadoh. Ma che genere fa il baldo giovane Sniper? Difficile da dire, sfugge da ogni possibile catalogazione. E poi direi che non se ne può proprio più di classificare gruppi e artisti. Blank Dogs elabora un sound tutto suo, con le sue ali dorate, vola soave , leggiadro come un tenero uccellino tra rami caduti, selve oscure e alberi dai folti cespugli. Un sorta di usignolo scalmanato che non verrà ricordato certamente per la sua intonazione , ma per la frammentarietà dei gettiti vocali. Una fontana di suoni. Schizzi di parole sgocciolano sulla tela del pentagramma affreschi di note, colorate a tinte forti da accenni di suggestivo post- punk alla Wire (“Ants”, “Epic moves”) e da pennellate di dark-new wave, sfumate da una voce fantasma ricordante a tratti un Robert Smith raffreddato (“Blaring speeches”). E’ facile incantarsi, dimentichi del mondo esterno, con la mente tra le nuvole della spensieratezza(“Meltdown cloud”) , ritrovandosi a ripetere gesti automatici-robotici, come premere e ripremere fino all'infinito il pulsante “replay” per rivivere attimi pop fugaci attraversati da turbinii elettrici (“Calico Hands”,”Pieces”,”The station”,”The lines”). Momenti scanzonati di lucida follia con tanto di coretti, rimbombanti come echi nel vuoto (“Three window room”,”RCD song”). Questo ed altro vi può regalare lo strabiliante universo di Blank Dogs.
2 commenti:
ma guarda l albero genealogico della tua famiglia ,ma non sarai parente di dante.il passaggio "Una fontana di suoni. Schizzi di parole sgocciolano sulla tela del pentagramma affreschi di note"è pura letteratura cara!!!!
Grazie Face:).Troppo buono!
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