La scena post-punk belga degli anni ottanta è uno scrigno magico, ogni qualvolta venga aperto, regala sempre qualche piacevole sorpresa, magari quando meno te l'aspetti, quando pensi di aver visto tutto e non hai visto niente, realizzi che è stupido fermarsi alla superficie delle cose, perché in fondo c'è sempre qualcosa rimasto recondito nell'ombra. L'ascolto di "Essential Entertainment" è la riscoperta di un vecchio giocattolo, quel pupazzo, con cui si era soliti giocare da piccoli, abbandonato nell'angolo ad accumulare polvere durante l'adolescenza. Gli AA (da non confondere con gli Aa, band experimental rock di New York), autori dell'EP "Essential Entertainment", ci risvegliano dal quel dannato torpore, quel senso di nausea costante che pervade le nostre anime. Solo quattro canzoni e poi il nulla, una storia, con un inizio, ma senza un fine. Da questo punto di vista le parole dell'ultimo brano, "Suicide Fever" risuonano profetiche : "I don't believe in future", in italiano "Non credo nel futuro". Ma a ben vedere tutto l'EP è pervaso da una sorta di rifiuto, se non rigetto della società contemporanea stessa, illuminante è il titolo della canzone di apertura "Society stinks" (la società puzza), riflette la depressione socio-economica, frutto della disoccupazione e deindustrializzazione. A colpire nel segno non sono solo le parole, affilate come lame, ma l'atmosfera decadente di (s)fondo, l'incedere a tratti delirante, a tratti ossessivo della batteria. Il disco fotografa un attimo nel tempo, quell'attimo in cui un gruppo di ragazzi belghi, Geert Beuls (voce), Eddy Gabriel (chitarra), Eddy Goossens (basso) e Remo Perrotti (batteria) decidono di formare un gruppo.
L'idea di mettere su una band nasce nel 1980 ad Hasselt, Beuls e soci assistono al concerto dei "The Machines", vincitori della seconda edizione del contest "Humo's Rock Rally", sponsorizzato da una rivista settimanale. Schifati dal circo dei talent show ante litteram, danno metaforicamente uno schiaffo in faccia alla tradizione: cominciano a suonare in uno studio di registrazione a Bilzen, i risultati della jam session vengono registrati su una cassetta a quattro tracce, mai pubblicata.
in studio di registrazione |
Due settimane dopo il gruppo a Diest registra e mixa sotto la supervisione di Frank "Sexy" Jamart (Struggler) "Essential Entertainment", primo ed e unico ep degli AA, distribuito in sole 500 copie dalla fantomatica Sexy Robot Records, casa discografica inesistente, creata ad arte dai New cultural decay per l'uscita di "Brave new world". Dopo qualche concerto la band si scioglie, nessun contrasto o dissidio interno tra i componenti, ma semplicemente la voglia di fare altro: gli AA, nati per contrastare la il tradizionalismo musicale e il music business, decidono di dedicarsi ad altri progetti.
AA - 28 anni dopo |
Links :
Myspace
7 commenti:
veramente bello questo pezzo moplto attuale ,che cosa ascolti adesso ?
In questo periodo sto ascoltando japan, dif juz, electric prunes, love battery, my bloody valentine. Ritornando agli AA gli altri tre brani sono ancora meglio, ma su youtube non si trovano, ma sono facilmente reperibili su diversi siti.
Una vera chicca. Ho letto davvero con interesse questo post e ho colmato un'altra lacuna :)
Eheh :), fino a qualche settimana fa, non li conoscevo nemmeno io, li ho scoperti caso su youtube, mentre stavo cercando un video dei De brassers, altra band belga molto interessante.
Interessante spunto di riflessione!
bell'approfondimento ! leggo sempre il tuo blog anche se non commento :) per quanto riguarda il Belgio anni 80 posso consigliare l'ascolto dei progetti paralleli di Alain Neffe e la sua etichetta Insane Music, i progetti di Stephan Barbery, i Vita Noctis, un'infinità di capolavori, anche se le sonorità sono più orentiati verso synth-pop e industrial piuttosto che post-punk. concludo con un gioiellino synth-pop
Grazie mille sf1984CG ;-) .
Posta un commento