sabato 14 maggio 2011

Cover experience

La colonna sonora  per il film commedia "Pump up the volume"(1990) di Allan Moyle, vede la collaborazione di due mostri dell' Hardcore-punk americano, Henry Rollins e Bad Brains.
Non si tratta di una coposizione originale, ma di una cover, e che cover."Kick out the jams" degli MC5, storica proto-punk band di Detroit, in attività tra fine degli anni sessanta e inizio settanta.Qualsiasi altra band, molto probabilmente avrebbe rovinato la canzone originale, privandola di quella carica esplosiva micidiale che l'ha contraddistinta nei decenni.Ma non è il caso di Rollins e Bad Brains.Anzi.Il brano riceve nuovo smalto, con in più un tocco di nichilismo, rigorosamente hardcore.La cover meglio dell'originale?Ecco, senza sbilanciarsi troppo, sicuramente una cover degna della folle atmosfera dell'originale
Cover:
L'originale dal debut-live album degli MC5(1969):



Pensate che l'ora delle cover sia finito? Niente affatto.Proprio ieri mi è arrivato in formato cd il Red Album dei Weezer. L’occhiolino mi cade subito tra le  due Bonus tracks.Magia delle magie, scorgo il titolo “Life is what you make it”.Sobbalzo sulla sedia e mi metto subito all’ascolto del cd. Proprio come immaginavo, i Weezer hanno coverizatto uno dei tanti gioiellini pop dei Talk talk, Life is what you make it, uno dei singoli di punta di “The colour of spring”, album di transizione pop/art-rock per la band di Mark Hollis.Si storce quasi sempre il naso davanti alle cover. In questa occasione non mi riesce proprio, adoro l’opera compositiva di Mark Hollis, artista a 360 gradi, capace di passare da un pop commerciale, ma mai banale, alla sperimentazione tra jazz, rock, musica ambient. E che dire di Rivers Cuomo, leader dei Weezer, genietto pop degli anni novanta/duemila, che ha messo in pratica, rasentando la perfezione, la lezione melodica di Beach Boys/Beatles e le chitarre rumorose sul filo dell’armonia dei Pixies.Le mie sinapsi uditive, catturate, direi quasi ipnotizzate, dal suono sporco di chitarra, influenzano fortemente il mio senso critico.E’ impossibile, non ce la faccio, è più forte di me, non posso esprimere un parere negativo sul rifacimento di Life is what you make it da parte dei Weezer.Però ripensandoci non è così,una mia opinione, ascolto dopo ascolto, l'ho maturata.Nonostante riconosca che come cover sia discutibile e che quindi l'effettiva riuscita del brano sia opinabile, non riesco a smettere di ascoltarla.Catturata, attratta inconsapevolmente da quella dannata chitarra rumoreggiante per tutta la durata del brano.

Weezer version:
L'originale da "The colour of spring"(1986):

4 commenti:

face ha detto...

belle cover!anche se gli originali sono intoccabili!!!

Overthewall91 ha detto...

questo è vero.l'originale è sempre l'originale.

Anonimo ha detto...

I love Weezer too! They're amazing!I like their cover of life is what you make it but the original version is my all time favourite. There is nothing better than the good ol' 80s music. Is there? :D

Overthewall91 ha detto...

I agree with you.I love the eighties.