domenica 30 ottobre 2011

Smells like the 00's



Dopo il successo di "Smeels like the 90's" con tanto di vittoria (grazie a tutti quelli che mi hanno votato). Non potevo esimermi da stilare una playlist con il meglio degli anni zero. Un'occasione piacevole per tuffarsi nel mare sempre blu dei ricordi e  rivivere lo spirito del nuovo millennio, tra revival anni settanta ed ottanta, post-rock e la consacrazione di numerosi artisti della scena indie. Se vi ritrovate nelle mie scelte, a breve potrete votarmi sul blog It's only rock'n'roll.








Qui la playlist completa

venerdì 28 ottobre 2011

Angeli caduti in volo : The Exploding Hearts


Si può suonare anni settanta negli anni duemila senza  risultare pedissequi e banali? Certo che sì, gli Exploding Hearts, quartetto power-pop/ punk di Portland (Oregon) lo fanno con stile. Vien quasi da chiedersi se dietro il bassista Matt "Lock" Fitzgerald, il batterista Jeremy "Kid Killer" Gage, il cantante/ chitarrista Adam "Baby" Cox o il chitarrista Terry Six si nasconda la mano fantasma di qualche vecchio musicista power pop, tale è l'assonanza con sonorità simili ad Undertones, Vibrators, Only Ones, Nerves. Il gruppo statunitense si forma ufficialmente nel 2001 e all'inizio prevede in line-up altri due membri: il tastierista "King" Louie Bankston e il bassista Jim Evans. Per due anni la band si dedica a un'estenuante attività live. Nella primavera 2003 esce l'album di debutto "Guitar Romantic" sulla Dirtnap records, etichetta indipendente di Seattle. Subito dopo l'uscita del disco si crea un forte seguito di fan (in particolare nella West Coast) e il gruppo finisce in copertina su numerose riviste e fanzine come la prestigiosa Maximum Rocknroll.
Non è difficile farsi catturare nella morsa dei "cuori esplosivi", gli ingredienti sono semplici, ma micidiali, un tocco leggiadro di power pop vecchia scuola, sfacciato ed esuberante e una vena punk sbarazzina e disimpegnata.
L'album contiene  dieci brani semplici ed orecchiabili dalla  presa immediata, nuovi classici da ascoltare a palla e suonare in ricordo dei magnifici seventies. Di fronte alla band si prospetta un futuro roseo, un probabile contratto discografico con la storica Lookout Records e un tour nazionale. Il destino infrange i sogni di questi giovani punkettari :il 20 Luglio 2003 il tour bus, di ritorno da un concerto a San Francisco, va fuori strada, Gage, Cox e Fitzgerald muoiono sul colpo. Six si salva con  ferite minori. Nell'autunno 2006 la Dirtnap pubblica "Shattered" compilation che raccoglie brani inediti e versioni alternative o live di canzoni contenute nell'album d'esordio. La speranza ha lasciato spazio alla delusione per una storia che poteva finire diversamente.










Links:
Guitar romantic
Shattered
Intervista

lunedì 24 ottobre 2011

Grown Up, Fucked Up : Jay Reatard

Jay Reatard (1980- 2010) è stato una delle ultime incarnazioni dello spirito rock'n'roll. Parlo al passato, vorrei parlare al presente, ma potrei generare confusione. Jay Reatard, vero nome Jimmy Lee Lindsey Jr. era un ragazzo come non se ne vedono tanti. Se ne fregava altamente delle stupide formalità e apparenze, andava dritto al nocciolo della questione: la musica, con una decisa predilizione per il fuoco sacrale del garage rock. La fiamma della passione scoppiò con i Nirvana tra i 15- 17 anni, cominciò a scrivere canzoni per sfuggire ai problemi della quotidianità ( familiari e scolastici). La direzione musicale di Reatard subì una prima svolta verso il garage quando il giovane Jimmy vide gli Oblivians di Memphis aprire il concerto dei Rocket from the Crypt. Reatard cercò di creare qualcosa di simile e fondò i Reatards, all'inizio one-man band formata esclusivamente da Lindsey alle prese con  canto, chitarra e percussioni (un secchio e un legnetto). Eric Friedl, alias Eric Oblivian degli Oblivians, piacevolmente impressionato dalle prime registrazioni del giovane diciassettenne, offrì a Lindsey di pubblicare un disco sulla sua etichetta, la Goner Records. Nel 1998 esce il primo ep "Get Real Stupid" sotto il nome Reatards e Lindsey adotta il nickname d'arte Jay Reatard.
Lo stesso anno compare il primo full lenght dei Reatards "Teenage Hate", a Jay Reatard per l'occasione si uniscono Steve Albundy (basso) e Elvis Wong Reatard (batteria).
Il disco è un concentrato esplosivo di garage al fulmicotone con forti venature punk. I Reatards, estranei a formalismi e manierismi, producono un album istantaneo e istintivo, con il gusto di fotografare la furia adoloscenziale. Rabbia e follia si incrociano alla perfezione, ne esce un ritratto grezzo e disadorno della realtà quotidiana circostante.


Nel 1999 segue il secondo album "Grown up, Fucked up", degna prosecuzione del debutto. Se è possibile, i Reatards spingono ancora di più sull'acceleratore, il risultato è una raccolta di sedici brani tiratissimi, capaci di  trascinare e scuotere come uno straccio l'ascoltatore. 


Nel 2000 Jay Reatard con la fidanzata Alicja Trout (tastiere e chitarra) e  Rich Crook (batteria) forma il side-project "Lost sounds", dedito a sonorità synth-punk. Influenzati da band come Screamers, i Lost Sounds pubblicano ben quattro album ("Memphis is dead", "Black-Wave", "Rat's Brains and Microchips", "Lost Sounds") tra il 2001 e 2004, nel 2005 si sciolgono. In contemporanea ai Lost Sounds ed altri progetti vari  che vedono Reatard molto impegnato (the Bad Times, the Final Solutions e Angry Angels), prosegue, anche se a rilento, la carriera dei Reatards, escono vari ep ("Reatards", "Monster Child", "Plastic Surgery"). Per un breve periodo la band si scioglie, Reatard la riforma e nel 2005 esce l'ultimo album del gruppo "Not fucked enough". 

Nel 2006  Jay Reatard intraprende la carriera solista con l'uscita su Goner Records del singolo "Hammer  I miss you", su la In The red segue l'album di debutto "Blood Visions". Non manca l'inconfondibile impronta garage degli esordi, ma in questo caso il suono d'insieme si arricchisce di un tocco pop che ricorda la migliore tradizione power pop. Nel seguente ed ultimo album solista di Reatard "Watch me fall" (2009) la vena pop è ancora più accentuata. Nel Gennaio 2010 Reatard viene ritrovato morto nella sua casa a Memphis. Si spegne, inaspettatamente, una fiamma del rock'n'roll. Sarà difficile bruciare senza le vampate di fuoco di Rock'n'roll di Jay.




Links:
Discografia Reatards
Discografia Lost sounds
Discografia Jay Reatard

mercoledì 19 ottobre 2011

Non si esce vivi dagli anni novanta: Hazel- Toreador of love

"Toreador of love"(1993), debutto degli Hazel ( gruppo minore del rooster Sub pop anni novanta), è uno di quei dischi che non ti ricordi minimamente di avere, per mesi nelle migliori delle ipotesi o per anni nelle peggiori, è rimasto sepolto da decine, centinaia di copertine. Poi, per caso, alla ricerca di Bleach o Doolittle te lo ritrovi tra le mani. Ed allora al diavolo alla polvere e il tempo, ti viene voglia di riascoltarlo e riassaporare, goccia, goccia, quel dannato suono anni novanta. Perché è bene dirlo "Toreador of love" è maledettamente anni novanta, un incrocio pazzoide e senza senso di Pixies, Dinosaur Jr., Fugazi e L7 sotto l'effetto di calmanti. In alcuni passaggi viene quasi da chiedersi se si tratti di un disco dei Pixies senza Frank Black e Kim Deal, rapiti da due musicisti bricconcelli di Portland in compagnia di un ballerino freak. Fin dalla copertina si sente quell'odore unico dei nineties. Aperta la custodia riaffiorano ricordi di quanto erano belli quegli anni o per i più giovani rimpianti senza fine per essere nati troppo tardi, a rivoluzione finita, con "Pretty fly" degli Offspring. Diamine, la bieca commercializzazione della musica ci ha reso sordi di stimoli. Dischi come "Toreador of love" rimembrano alle orecchie le giornate gloriose della musica indipendente e di quella inesperienza, banale, ma genuina.



Breve biografia degli Hazel:
Gli Hazel, nati nel 1991, vengono dalla florida scena di Portland (vedi Heatmiser di Elliott Smith). La line-up prevede Pete Krebs alla chitarra e voce, Brady Smith al basso e Judy Bleyle al batteria e voce. La band è quasi sempre in compagnia di uno strambo ballerino, mascot del gruppo, Fred Nemo. Il gruppo firma con la prestigiosa label indipendente di Seattle (patria del Grunge), la Sub pop. Nel 1993 esce l'album di debutto, "Toreador of love", che riscuote un buon successo, in virtù della pregevole combinazione vocale tra il chitarrista Krebs e la batterista Bleyle. Nel 1995 segue "Are you going to eat that ?". Gli equilibri sono ormai incrinati, Krebs propende per una carriera solista e Bleyle è sempre più impegnata con il side-project Team Dresch e  l'etichetta Candy-Ass. Il gruppo  ben presto si scioglie e Krebs pubblica tra il 1995 e il 2002 album all'insegna della miglior tradizione cantautorale americana e trova il tempo di collaborare con l'amico di vecchia data Elliott Smith.

Highlight:


Links:


lunedì 17 ottobre 2011

Da Trenton con furore: The Galaxies IV


I Galaxies si formano a Trenton, New Jersey, Stati Uniti nel 1962. La line-up prevede T.J Tindall alla chitarra, Chris Holmes alla voce e chitarra, Charles Brodowicz alle tastiere, Len Demski al basso ed Alan Fowler alla batteria. La famiglia di Tindall si trasferisce a Pennington, T.J. troppo giovane per guidare, è costretto a lasciare il gruppo, più tardi entrerà nella Edison Electric Band.
Nel 1966 esce sulla Veep il primo 45 giri della band "Let me hear you say yeah / Till then you'll cry", registrato agli studi Regent Sound, New York. Nel 1967 seguono i  due singoli per la Mohawk: "Don't let love look back" e "Piccadilly Circus / Don't lose your mind". Piccadilly Circus è una rivisitazione di 2120 South Michigan  dei Rolling Stones, spesso coverizzata da band degli anni 60 e rinominata. Il gruppo vince a livello locale, al Lambert Circus diverse battaglie tra band, guadagna di conseguenza una possibilità di partecipare alla  più grande battaglia fra band a New York. E' un successo di pubblico, anche il New York Times  e altre riviste ne parlano.  In seguito si aggiunge Steve Shier alla voce da Galaxies, la band cambia il nome prima in Galaxies IV e poi in Alexander Rabbit, per poi sciogliersi tra il 1971 e il 1972. 


Intervista al batterista Alan Fowler, tratta dal sito 60sgarageband.com:
Alan Fowler nel 1978


60sgarageband.com (60s): " Com'è iniziata la passione per la musica?"
Alan Fowler (AF):"Cominciò con il battere su pentole e padelle quando avevo all'incirca otto anni"
60s:" I Galaxies IV  furono la tua prima band?"
AF: "I Galaxies furono la mia prima band.Ci siamo poi evoluti negli Alexander Rabbit,  con la line up originale e l'aggiunta di un nuovo cantante e la perdita di T.J. Tindall."
60s: "In che anno si è formato il gruppo?"
AF: "Io, Chris Holmes (aka Duke Williams), T.J. Tindall e altri compagni di scuola della Blessed Sacrament Grammar School formammo la band nel 1962.
60s :"Eravate tutti nella band?"
AF :"Alan Fowler- batteria; Chris Holmes- chitarra; Len Demski- basso; TJ Tindal- chitarra; Charles Brodowitz- tastiere; e Steve Shier- voce principale."
60s: "Come descriveresti il suono della band? Quali gruppi vi hanno influenzato?"
AF: "Il nostro suono era un mix fuzz/psichedelico di melodie originali: Don't lose your mind è un buono esempio. Abbiamo un ampia gamma di influenze, andiamo dalla James brown revue agli Yardbirds ed altri gruppi inglesi ed americani."
60s: "I Galaxies IV avevano un manager?"
AF: "Eravamo guidati da Bolton Holmes, padre del nostro chitarrista ritmico."
60s: "I Galaxies IV suonarono alla New York's World Fair nel 1964 e nel 1965. Come è arrivata la band a quel concerto?"
AF: "Siamo stati invitati  a suonare al padiglione del New Jersey da un ufficiale statale che  ci aveva sentito suonare in un centro commerciale locale durante la Battaglia delle band e in allegato alla vittoria la possibilità di apparire nella produzione Lambertville Music Circus dei Bye-Bye Birdie. Tutto cominciò con oltre 80 stanze attrezzate per suonare e vari padiglioni lungo tutta la fiera per due stagioni estive "
60s: "Apparentemente la band fece così rumore che fu dichiarato il "Galaxies IV". Chi lo dichiarò?"
AF: "Robert Moses, un potente leader e politico di New York,  notò la nostra popolarità e ci onorò dichiarando un giorno dell'estate 1965 il "Galaxies IV".Si presentò con una lastra in onore del nostro record di presenze."
60s: "Il gruppo ha anche vinto la più grande delle battaglie fra band."
AF: "Noi eravamo i finalisti di Trenton (New Jersey). Abbiamo gareggiato contro 400 gruppi, provenienti da ogni parte del mondo.Il National Tea Council sponsorizzò l'evento. Abbiamo gareggiato a livello locale per avere l'onore di apparire  come rock band nella produzione Lambertville Circus dei Bye Bye Birdie."
60s: "I Galaxies IV ricevettero recensioni sul New York Times e sul Reader's Digest. Su quale aspetto si focalizzarono questi articoli- la vittoria alla battaglia delle band? "
AF: "(Gli articoli) erano dell'estate del 1965. James A. Michener, noto autore, scrisse la storia originale per una sezione della rivista in uscita ogni sabato con il New York Times e la storia fu ridotta e pubblicata sul Reader's digest nell'autunno del 1965"
60s: " Per quali artisti di fama nazionale avete aperto o suonato insieme ?"
AF: "Troppi per ricordarmeli, so che alcuni li dimenticherò, ma eccone alcuni : Paul Revere and The Raiders, Sam the Sham and The Pharaohs, Ruby and The Romantics, Little Anthony, Lovin' Spoonful, The Four Seasons, Righteous Brothers, BB King, Chicago, The Association, The Isley Brothers, Herman's Hermits, Tommy James and the Shondells, The Left Banke, Vanilla Fudge, Mountain, Young Rascals, Mitch Ryder and The Detroit Wheels, Three Dog Night, BJ Thomas and The Triumphs, Question Mark and The Mysterians, The Guess Who, Gary Puckett and The Union Gap; ora sono decerebrato , ma so che ce n'erano altri..."
60s:" Quanto lontano si è spinto la zona concertistica del gruppo?"
AF: "Il nostro agente di prenotazioni, William Morris, ci aggiunse a quello che  poi  diventò noto come l'East coast college tour - a nord dal New Hampshire  e a sud  dalla Virginia al Maryland. Andammo in tutti i licei e prima dell'estate potevamo esibirci solo nei weekend  "
60s: "Quanti singoli avete registrato?"
AF:"Controlla Fuzz acid and flowers sul sito www.borderline.com. Hanno segnalato molti più singoli di quanto mi ricordassi di averne registrati."
60s:" Dove furono registrati i singoli?"
AF:"Tutti i nostri singoli furono registrati a New York."
60s:"I Galaxie IV hanno scritto molti inediti?"
AF:" Il 99% dei nostri brani era originale."
60s:"Esiste, oltre i brani ufficiali, qualche altra registrazione dei Galaxies IV? C'è qualche registrazione live vintage? Qualche canzone non rilasciata?"
AF: "Ci sono molte canzoni non rilasciate, registrate a New York. Alcune mie che ho fatto uscire sotto il nome di Shakey and The Blind Man. "
60s :" La band ha fatto qualche apparizione televisiva a livello locale?"
AF: "(C'erano) molti filmati tv e 16 mm, sono da qualche parte. Siamo apparsi a molti Philadelphia, New york, Steel Pier show. Siamo stati filmati  e registrati molte volte al Lambertville Music Circus; solo Dio sa cos'è successo a quel materiale."
60s :"Siete diventati i Galaxies IV dopo aver aggiunto Steve Shier alla voce. Chi cantava prima che Steve entrasse nel gruppo?"
AF: "Prima di Steve cantavamo tutti. Un giorno Steve si avvicinò a Chris e  gli disse che avrebbe potuto aggiungere una grande voce principale. Era corretto. Noi tutti amavamo la sua voce: talento e personalità. Diventò un nostro grande amico e talentuoso compagno di band. Con l'aggiunta di Steve, continuò la nostra armonia vocale.
60s: "Chi suggerì di cambiare nome in "Alexander Rabbit"?
AF: "Pensavamo che il nostro nome fosse sorpassato (i.e. Bill Haley and The Comets). Un pomeriggio al Rider College, Chris ed io discutemmo su come cambiare il nome. Lui suggerì Alexander e io aggiunsi Rabbit, aggiudicato. Penso che fosse il 1968 o  1969. "
60s: "A quanto si dice, gli Alexander Rabbit furono ingaggiati per suonare a Woodstock, ma la vostra presenza fu cancellata dal vostro manager. Perché?"
AF: "Se solo lo sapessi. Penso che Bolton pensava che la nostra apparizione interrompesse  la nostra educazione da college per il successo di una notte e chiamò Bolton per cancellare la nostra perfomance.
60s: "Quando si sciolse il gruppo?"
AF: "La band suonò fino al 1970 o 1971. L'ho lasciata una settimana prima del servizio sulla copertina del disco (Nota :The Hunchback  of Notre Dame: The bells were my friend, Mercury, 1970) a causa di dispute con il manager  e la compagnia di produzione. Eravamo totalmente posseduti e controllati e rifiutai  di essere uno schiavo e di essere controllato da altri  nella mia carriera."
60s: "E oggi? Quante volte e dove ti esibisci?"
AF:"Oggi sono un ufficiale del governo  con la contea di Northampton e con un ufficio a Easton, Penssylvania. Sono stato recentemente designato dal governatore  della Pennsylvania Edward Rendell nella commissione di Delaware River Joint Toll Bridge come commissario del distretto 9. Sto pianificando il mio ritiro dai servizi governativi esercitando le abilità di scrittura e vocali con il mio vicino, che canta con i Doobie Brothers. Noi saremo conosciuti come Shake  & The Blind Man."
60s: "Come meglio riassumeresti  le tue esperienze con i Galaxies IV?
AF: "Meravigliosa, semplicemente meravigliosa. E' stata un' esperienza (della mia vita) a cui sarò sempre affezionato."




Qui l'articolo originale









mercoledì 12 ottobre 2011

Le canzoni smarrite : The Dandy Warhols - Head




Prima del successo mondiale con "Thirteen tales from urban bohemia" (2000), contenente il tormentone "Bohemian like you", amato ed odiato dalla band. I Dandy Warhols pubblicano ben due album, non senza qualche incidente di percorso. Nel 1997, accade l'impensabile, terminate le registrazioni del secondo album, la band si vede rifiutata la pubblicazione del disco dalla major di turno, la Capitol Records. I dandys scrivono nuovi brani e mantengono qualche vecchia canzone, che finisce su "The dandy warhols come down": Good Morning, Minnesoter e Boys, rinominata Boys Better. "Head" è uno dei vecchi brani, escluso dall'album, viene rilasciato come b-side del singolo "Every day should be a holiday". Nel 2004 la Beat the world records realizza un'operazione di recupero: pubblica sotto il nome di "The Black album" le vecchie registrazioni scartate dalla Capitol records.

Lato b 

Lato a


domenica 9 ottobre 2011

Island in Heaven : R.I.P. Mikey Welsh




Ieri è morto Mikey Welsh, il nome forse non vi dirà niente, almeno che non siate un fan  di Weezer. Welsh, bassista della band di Rivers Cuomo tra il 1998 e il 2001, prese parte alla realizzazione di "Weezer (Green Album)", terzo album del gruppo. Dopo l'esaurimento nervoso che lo colpì lascio i Weezer e poi la musica, cominciò a dedicarsi a le arti visive con discreto successo.

Da parte mia non potrò mai scodarmi quando lo vidi per la prima volta nel video di "Hash pipe", la canzone che mi fece conoscere i Weezer, una delle mie band preferite. Ed ora spazio alla musica, ogni parola in più sarebbe superflua.

Links:
Sito di Mikey Welsh
Saluto dei Weezer


"On an island in the sun
We’ll be playing and having fun
And it makes me feel so fine
I can’t control my brain

We’ll run away together
We’ll spend some time forever
We’ll never feel bad anymore"


venerdì 7 ottobre 2011

Radiohead :The sound of a brand-new world





Oggi, 7 Ottobre Thom Yorke, storico leader dei Radiohead compie gli anni e l'autunno arriva a Firenze. Pioggia in piazza Libertà. Le foglie cadono, nuotano nelle lacrime, quelle lacrime provenienti dal cielo arrabbiato e stufo di questo mondo bastardo. Con le scarpe ti ritrovi in una goccia d'acqua, per un attimo, rifletti le speranze e desideri. Il semaforo diventa verde, tra dubbi e mille punti interrogativi si riparte per un nuovo viaggio, alla ricerca di una metà da conquistare. Perché niente è mai dato per scontato, ci sono e sempre ci saranno nuovi orizzonti da calcare, nuove idee per cui combattere. L'importante è non dimenticare i ricordi, quei momenti, brutti o belli, che testimoniano il nostro essere e la nostra esistenza. Parlo per me, il mio motto è una famosa frase di Nietzsche: "La vita senza la musica sarebbe un errore". Ecco, senza quella dose quotidiana di musica che mi sparo in cuffia, non so se sarei la stessa. Potrei essere una persona migliore o peggiore, non sta a me dirlo. Ma una cosa è certa ho una passione che riempie ogni mio respiro. Dopo questa introduzione sdolcinata potrei postarvi qualunque cosa mi passi per la mente, e invece no, per rimaner fedele al titolo e incipit del post, pubblico una playlist delle dieci canzoni che preferisco di una delle migliori, se non la migliore band degli ultimi dieci anni: i Radiohead. Tranquilli, non ho incluso nessun brano da "The King of Limbs" evitando di disturbare le papille auditive più raffinate. 





" Hey, radio head!
The sound...of a brand-new world "





10.I might be wrong



9.Creep





8.Fake plastic trees



7.Idioteque



6.Everything in its right place



5.Knives out




4.How to disappear completely



3.Paranoid Android





2.Subterranean Homesick Alien



1.Street spirit (Fade out)




giovedì 6 ottobre 2011

'Frenesí en la gran ciudad' :La movida madrilena in un documentario







"Frenesí en la gran ciudad" (La movida madrileña) è un documentario sulla movida madrilena, trasmesso ieri sulla televisione pubblica spagnola RTVE.Tramite le testimonianze dei protagonisti dell'epoca (Olvido Gara, Ariel Rot, Antonio Alvarado ecc.)  il programma rivive in presa diretta gli anni della rinascita spagnola dopo la dittatura di Franco.Se siete curiosi e volete saperne di più, vi rimando al documentario (qui) e se non ne avete abbastanza e volete approfondire, è l'occasione buona per (ri)leggere i miei post su Paralisis Permanente, Nikis e Poch.


Qui un'anteprima del documentario:





Links:
Sito di "Frenesí en la gran ciudad"

Smells like the 90's

In odore di ventennale di Nevermind mi è venuta voglia di rituffarmi negli anni novanta, non che non la faccia già abbastanza, ma sapete com'è, la tentazione è sempre forte e l'occasione fa l'uomo ladro.Per settimane ho assistito divertita alla sfida a colpi di decenni sul blog "It's only Rock'n'roll" di Lozirion, ma per pigrizia e dimenticanza non ho mai partecipato.Questa settimana mi sono decisa a farlo e puntuale ho presentato la mia lista di canzoni degli anni 90, ripescate con piacere dall'album dei ricordi.A breve, fra qualche giorno potrete votare la mia playlist sul blog It's only Rock'n'roll, per ora gustatevela, offre la casa.





Qui la tracklist completa





mercoledì 5 ottobre 2011

I Wanna Punk pt.2 :The Victims


L'Australia nel corso del novecento, a partire dagli anni settanta fino ad oggi, ha contributo in maniera notevole alla storia de rock. I primi nomi che mi vengono in mente sono Nick Cave, Rowland S. Howard, Saints,Radio Birdman, Beasts of Bourbon, Hard-ons, AC/DC, Hoodoo Gurus, The Scientists, ma di sicuro ce ne sono altri e me li sto dimenticando.Oggi vorrei focalizzarmi sulla scena punk e in particolare sui Victims, band originaria di Perth, attiva tra il 1977-1979.La line-up prevede Dave Flick (Dave Faulkner) alla chitarra e voce, James Baker (ex The Geeks) alla batteria e Rudolph V (ex the Geeks) al basso. Come molti gruppi punk hanno vita breve e realizzano solo un singolo ed un ep.Crescono in una scena musicale,come quella australiana, lontana dalle tendenze inglesi e americane, e si sente.Ne deriva un mix esplosivo senza precedenti. Prova ne è il singolo di debutto "Television Addict" (realizzato in sole 1000 copie), tra le migliori canzoni punk di sempre, ed inserita non a caso in numerosissime compilation.Se non bastasse l'impatto sonoro devastante della musica, il testo completa il lavoro: le liriche della canzone di fatto commentano in modo satirico la tendenza diffusa a considerare la cultura popolare (musica, televisione od altri aspetti) come causa scatenante di crimini o problemi sociali "...they said too much sex and too much violence, on the idiot box spoiled his idiot mind...".Il lato B del singolo non supera il lato A, ma poco ci manca : l'elettrizzante (I'm) Flipped over you è breve, ma coinvolgente.Un anno dopo, nel 1978 esce il primo ep della band, chiamato semplicemente "The Victims E.P.", ma noto con il nome "No Thanks to the Human Turd ".Il gruppo fa di nuovo centro, sforna cinque tracce nella migliore tradizione punk, ma in pochi se ne accorgono, dell'ep  sono state pubblicate solo 500 copie e la band passa  presto a miglior vita: Faulkner nel 1981 forma insieme a Baker ( in seguito futuro Scientists) gli Hoodoo Gurus e di Rudolph V si perdono le tracce.Nel 1989 esce la compilation "All Loud on the Western Front", che raccoglie le canzoni contenute nell'ep e nel singolo con in più l'aggiunta di un inedito "Perth is a culture Shock".Dopo un decennio rivivono una seconda primavera brani dal riff killer facile, che ti svoltano giornata:I understand, High school girls, T.V. Freak.Finalmente è stata fatta giustizia, prendetene e godetene tutti!

Discografia
Singoli:
Television Addict (1977)


Ep:
No Thanks to the Human Turd (1978)


Compilation:
All Loud on the Western Front ( 1989)


Streaming di "Television Addict"







Links:
Television Addict
No Thanks to the Human Turd

martedì 4 ottobre 2011

First Listen : The Zen Circus- Nati per subire


L'11 Ottobre esce "Nati per Subire", nuovo album degli Zen Circus, band toscana tra l'irriverenza punk e la tradizione cantautorale.Da ieri, 3 Ottobre è possibile ascoltare in streaming i brani del nuovo disco sul sito di RollingStone Italia (qui), e se non vi bastano, sul sito di Rockit  potete trovare  i testi delle varie canzoni (qui). Sul myspace del gruppo si trova una breve presentazione della nuova opera in arrivo:

Nati per subire secondo gli Zen Circus
"Eccolo qui, il nostro secondo album tutto in Italiano. Scritto, arrangiato e registrato al solito fra un palco e l'altro, in questo interminabile tour del quale ci siamo scordati l'inizio. L'urgenza espressiva è la stessa di Andate Tutti Affanculo e di sempre, stavolta supportata da una lucidità trovata negli ultimi due anni densi di soddisfazioni continue e di facce amiche che da sotto il palco davvero ci hanno regalato l'energia necessaria a mettersi costantemente in discussione come sempre dovrebbe essere in questo mestiere. Una lucidità necessaria a proseguire sensatamente quel percorso umano che abbiamo cominciato: immortalare vizi, consuetudini, drammi e liturgie di questo paese (che sembra una scarpa) con un occhio disincantato, sbilenco e anche un po' cattivo. Perché così sentiamo l'Italia che ci fiata addosso. E quando c'è, perché c'è, il romanticismo è fragile, poco sicuro di sé, quindi egoista e violento. Stavolta meno travasi di bile: questa volta parlano loro in prima persona, i protagonisti. Uno zoom viscerale fin sulle rughe e le scarpe di marca degli ultimi degli ultimi, coloro che per scelta, per forza o per vocazione la vita la subiscono e basta: i nati per subire. Un po' tutti gli altri, ma un po' tutti noi. Perché la questione non è se dio esiste o meno, ma se esistiamo noi ed in che misura. Piccole preghiere pagane, fotografie impietose, lacrime da coccodrillo, strade che non portano a nulla, speranze e sogni infranti presi a colpi di tosse e vino scadente, risate amare, cattivi che generano altri cattivi e via così, a spasso nella voglia di vivere (e morire) nonostante tutto. Musicalmente questo album è esattamente quello che volevamo fare, senza riuscirci pienamente, con Andate Tutti Affanculo. Trascinare per i capelli il cantautorato Italiano nel rock trasversale che adoriamo da sempre e che abbiamo fatto nostro negli anni. Ad essere autocelebrativi potremmo chiamarlo il nostro disco new wave, ed un po' è vero: certamente c'è sempre il folk dal quale ci è impossibile prescindere, ma anche tanta elettricità. Ed ora che lo abbiamo fra le mani, finito, possiamo dire a testa alta che abbiamo fatto tutto da soli, senza produttori artistici, anche se coadiuvati in studio dall'insostituibile Ivan A. Rossi, ingegnere del suono con la I maiuscola e da una pletora di amici che ci hanno aiutato a colorare il tutto: Ministri, Giorgio Canali, Dente, Enrico Gabrielli, Alessandro Fiori, Nicola Manzan, Il Pan Del Diavolo, Tommaso Novi dei Gatti Mèzzi e Francesco Motta dei Criminal Jokers.

E per la prima volta abbiamo registrato un disco a casa, in Toscana, al Sam World di Lari (PI). Un gioiello di studio e di paese che da quando ha ospitato Nati Per Subire è entrato in una nuova fase di vitalità artistica con tanti altri nostri colleghi da tutta Italia che l'hanno scelto per i loro lavori. E siccome ci crediamo alla "scena", questa cosa ci rende anche un po' orgogliosi. Divertente è stato anche mixarlo al Q Studio di Milano, nella "factory" dei Pooh, un incontro che mai avremmo pensato e invece. Per il mastering abbiamo scelto George Marino dello Sterling di New York, inutile elencare la spaventosa lista di album strafamosi su cui ha lavorato, semplicemente il migliore. E adesso tocca a voi, la fuori, fare di queste undici canzoni quello che riterrete più opportuno. Noi dal canto nostro vi aspettiamo tutti dal vivo, dove sta il paese reale, dove sta la verità, dove stiamo noi tutti."

Appino, Ufo, Karim




- Ultim'ora :(
Lo streaming è stato annullato.
Il comunicato degli Zen Circus:

"Purtroppo oggi abbiamo dovuto interrompere bruscamente lo streaming del nuovo album sul sito rollingstonemagazine.it  che avrebbe dovuto durare una settimana. Lo abbiamo dovuto fare in primis per la mancanza di rispetto ed ingenuità assoluta di chi si è occupato di mettere i brani sul sito senza minimamente proteggerli da un fin troppo facile download. Ringraziamo tutti quelli che ci hanno scritto per avvertirci che i file erano raggiungibili in modo elementare, abbiamo sottovalutato la situazione ieri pomeriggio e ci siamo resi conto di cosa stava accadendo ad uffici ormai chiusi.


Noi, abbiamo ripetuto spesso, siamo favorevoli allo scambio libero di musica. Fruire gratuitamente di un album per poi acquistarlo in negozio o pagare il biglietto di un concerto per poi comprarlo al merchandise è un gesto che ci piace, è semplicemente la cosa migliore da fare ai giorni nostri. Nonostante il nostro apparente disincanto e cinismo crediamo veramente che si possa avere tutti la sensibilità per fare questo passo, sopratutto quando si tratta di musica fatta con amore,  che viene dal basso così come veniamo dal basso tutti noi.



Quello che ci ha fatto incazzare è che a "regalare" il nostro disco una settimana prima della sua uscita non sia stato un fan degli Zen, bensì un sito di una grande rivista musicale che già avrebbe dovuto baciarsi i gomiti per questa esclusiva che gli forniva migliaia di click e visibilità. La mancanza di rispetto, di professionalità e la superficialità con cui è stata trattata questa operazione ci ha lasciati a dir poco intedetti. Annulliamo compleatamente lo streaming perchè -anche se ci hanno promesso che lo avrebbero sistemato-  lasciare che questi personaggi  guadagnino click (e quindi pubblicità) per un lavoro che NON sanno fare sarebbe la beffa dopo il danno.

Ci dispiace per voi che non ne sapevate niente, cercheremo di trovare una alternativa dalla prossima settimana, che RICORDIAMO è la settimana in cui uscirà il disco nei negozi e su Itunes ( l'11 Ottobre ) e la settimana in cui partiremo a presentarlo nelle Fnac: insomma la settimana in cui ve lo potete portare a casa fisicamente, che non fa mai male. Se poi non vi va, amen. Non siamo i Metallica e men che mai ci teniamo a diventarlo!

Grazie a tutti al solito, ci vediamo presto a giro nel paese che sembra una scarpa."
Appino, Ufo, Karim

Nuovo streaming su rockit.it qui

lunedì 3 ottobre 2011

A night with Luigi Tenco

Sono sempre stata affascinata dalla figura enigmatica di Luigi Tenco. Senza una ragione precisa, ho semplicemente amato la musica e le parole dell'artista.Facevo la prima o seconda media, non ricordo bene, fui colpita dalla voce di quel giovane, quella voglia di gridare al mondo le proprie idee, celata da una leggera malinconia per le delusioni della vita.Elegante nell'interpretazione Tenco ha saputo toccare le note dolenti dell'anima e della ragione, il mondo circostante scompare, rimane solo il silenzio sconcertante che ti assale quando assapori a fior di pelle le emozioni: gioia, dolore, rabbia, non importa.Dipinto come semplice cantante dal tono triste, una definizione banale,Tenco è stato un grande cantautore, abile nello  scrivere splendide canzoni d'amore e argute critiche alla società italiana dell'epoca.Ci è sfuggito di mano e lo abbiamo perso per sempre.Stasera voglio farlo rivivere nei miei ricordi con una mini playlist di cinque canzoni.