lunedì 11 aprile 2011

Ty Segall- Lemons



Artista:Ty segall
Titolo:Lemons
Anno:2009
Genere: Garage rock, Lo-fi

Tracklist :

1. It # 1
2. Standing at the Station
3 .In Your Car
4 .Lovely One
5. Can’t Talk
6 .Cents
7. Untitled #2
8 .Rusted Dust
9 .Die Tonight
10 .Johnny
11. Drop out Boogie
12. Like You
Negativi sparsi sulla scrivania. Alla rinfusa, senza un ordine preciso. Nella testa aleggia una tale confusione, cerco di raccogliere il materiale da portare a sviluppare. Nella fretta il tè mi cade sulla maglietta. Il fotografo può aspettare domani. Scaravento i negativi sul pavimento, mi diverto come una matta a decifrarli, attratta dalla sottile linea rossa di riflesso al sole. A volte dietro il bozzetto di un quadro  si nasconde un capolavoro. Le emozioni in divenire attraggono la curiosità del dubbio. Ty segall, garage rocker di San Francisco con il suo terzo album “Lemons”(2009) cattura l’attimo prima dello scatto di una foto. Soggetti in movimento fuori obiettivo . Fotogrammi di vita in presa diretta,  lunghi viaggi in macchina o in treno(“Standing at the Station”,”In you car”). Spesso senza titolo come nella instrumental song“Untitled #2” o nella garage-punk song “It #1” . Con sorriso beffardo e passo furtivo tra un drink e  l’altro, Ty segall se la spassa alla grande, senza prendersi troppo sul serio, In “Rusted dust”, ballata acustica in riva al lago, sembra quasi di sentire il fantasma di Kurt cobain, ma intonato. Per non parlare di “Like you”, canzone incrocio tra la psichedelia anni sessanta e il lo-fi anni novanta, suona come se Syd Barrett cantasse una canzone di Blank dogs. E allora diciamolo( o se preferite diciamocelo), è così importante se il nero inchiostro sbava? Da quando in qua il rock’n’roll è per damerini precisini? Errori, imprecisioni trasmettono brividi inimmaginabili  sottopelle. Troppo spesso le indie-band inglesi di assalto se lo dimenticano, ma per fortuna brani come “Can’t talk”, “Die tonight”, “Johnny”, “Drop out boogie” ce lo ricordano. Beh che dire, meno male che Ty segall c’è!


Recensione pubblicata anche su The Wave Lenght




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1 commento:

Anonimo ha detto...

Forse il suo lavoro più bello, almeno per me. Grezzone e zozzo come piace a me. Altro che quei posers dei Black Lips. Ottimo anche l'ultimo Slaughterhouse, per quanto più "pulito" (virgolette d'obbligo). Ma LEMONS resta il mio preferito, assieme alla raccolta "SINGLES 2007-2010", altro tour de force di zozzuria garagista.