martedì 12 aprile 2011

C'era un volta...il power pop : Shoes- Present Tense


Artista:Shoes
Titolo:Present tense
Genere:Power pop
Anno:1979
Tracklist:
1.Tomorrow Night              
2.Too Late        
3.Hangin' Around With You        
4.Your Very Eyes                
5.In My Arms Again           
6.Somebody Has What I Had                
7.Now and Then        
8.Every Girl               
9.I Don't Miss You              
10.Cruel You             
11.Three Times(See Me-Say It-Listen)            
12.I Don't Wanna Hear It
Se avete amato alla follia il Blue album dei Weezer, appuntatevi sul block-notes il nome “Shoes”. Non rimarrete delusi. In pieno punk e poi post-punk, gli Shoes, band dei fratelli John e Jeff Murphy, formatasi nel 1974 nell’Illnois, ci regala per il primo anno di contratto sotto major, Present Tense(1979), album che raccoglie 12 splendide perle pop, perfette per ballare alla festa del liceo. Già me li immagino gli Shoes a suonare in un angolino della palestra della scuola. Bibite, pop corn, patatine, panini, dolci a volontà, gavettoni e tanto “ammore”. Le luci si accendono, il concerto comincia. Nessuno riesce a stare fermo, tutti si danno alla pazza gioia e anche chi rimane seduto a sorseggiare un bottiglia di birra, muove il piedino a tempo sotto le gambe del tavolo. Mamma mia, questa recensione sembra la trama de “Il tempo delle mele”, aspettatemi se trovo il telecomando, cambio canale, ero finita su Studio aperto. Rieccomi, pronta per ricominciare. A parte le battute, mi sa  che scherzando, ci ho proprio indovinato. I testi degli Shoes molto teenage oriented, sarebbero stati perfetti come colonna sonora di qualsiasi film/telefilm adolescenziale, chennesò il primo nome che mi viene mente è Oc. Tra cuori spezzati (“Don't say goodbye 'cause you're the one that I needDon't say goodbye, you know you're special to me”, Tommorow night), bugie in amore (“Every time I see you, oh, I wish I could believe you”, Too late) , rapporti complicati (Cruel you, I don’t wanna hear it, I don’t miss you) e storie a lieto fine ( In my arms again), ce n’è per tutti i gusti. Manca solo una spiaggetta dove radunarsi a cerchio intorno al fuoco  e cantare accompagnati da una chitarra. Eppure i Beach boys mi sembrava di averli visti, suonavano i Ramones. Mi sarò sbagliata, devono essere gli shoes che mi fanno questo effetto. Prometto, da domani smetto, ma per oggi continuo ad ascoltarmi Presente tense.


Recensione pubblicata anche su The Wave Lenght

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