sabato 27 agosto 2011

The Germs -(GI)

Artista : The Germs
Titolo : (GI)
Genere : Hardcore-punk
Anno: 1979
Un fiammifero si accende, brucia e si spegne subito.I Germs, gruppo hardcore punk losangelino '77, durano il tempo di un fiamma, tre anni, dal 1977 al 1980.Pubblicano qualche singolo ed un album "Gi" (Slash,1979), prodotto da Joan Jett delle Runaways.
Il gruppo, capitanato dal cantante Darby Crash ( vero nome Paul Beahm) , è formato da Pat Smear ( George Ruthenberg) alla chitarra, Lorna Doom al basso e Belinda Carslisle alla batteria (sostituita in seguito da Donna Rhia, Cliff Hanger, Dan Bonebrake, Nicky Beat e Don Bolles). Tutti i componenti non brillano per bravura tecnica, suonano in modo scarso e  sguaiato senza prestare  particolari attenzioni all'aspetto compositivo. Anche i Ramones non andavano oltre i tre accordi, ma in loro non emergeva quell'impulso quasi bestiale e distruttivo.Dentro Carsh arde il fuoco della disperazione, dell'esasperazione e dell'autolesionismo.Le canzoni raccolte nell'unico album dei Germs, "GI", sono brevi (eccezion fatta per i dieci minuti di Shut down), selvagge, aggressive, raffigurano spaccati di rabbia vissuta, scattano nella mente fotografie del declino interiore ed esteriore del non volersi lasciare vivere, di chi nonostante si trovi nelle latrina della società da sempre, tra droga e alcol, vuole sfogare il proprio disappunto.Persone e cose cambiano, la bruttezza dell'essere non svanisce, solo la bellezza si deteriora, i sentimenti, sbiaditi si riflettono allo specchio.Contro il muro di se stessi flussi di ira nichilista si infrangono e sanguinano.
Il dolore si propaga, subentra la negazione del proprio io, come affermazione del proprio dissenso, la propria insofferenza per lo schifo circostante "letamoso" e vomitevole.In questa marea soffocante di disillusione nascono brani come We Must Bleed, rigurgito di visioni sconfortanti e sconfacevoli "The sound...the metals driving us mad...We must bleed, we must bleed, we must bleed".Il futuro è scritto, la sola arma per combattere una guerra persa in partenza, è gridare fino allo sfinimento, scaraventarsi follemente su un un palco, dimenarsi e suonare come una mantra di esecuzione, il basso della Doom spara le sue cartucce senza esclusione di colpi e la batteria nevrotica di Don Bolles all'impazzata picchia sui piatti.La confusione sonora si unisce a quella visiva, il pubblico è solito lanciare sul palco gli  oggetti più vari.Ogni brano è un proiettile di dissenso nichilista lanciato in aria e destinato a colpire nel profondo il bigottismo ipocrita.Il punto nevralgico è il  crepuscolarismo devoluzionista di Manimal, "Evolution is a process, too slow to save my soul", che si snoda tra schizzi  impressionisti di storie malate e disarmanti (What we do is secret,  Land Of Treason, Lets Pretend, Strange Notes, The Slave).Domande senza risposte che sfociano nella perdita più cieca e bieca di qualsiasi lucidità razionale( Shut Down).Dopo "GI" i Germs si sciolgono e Crash si suicida a 22 anni con l'ultima dose, letale, di eroina il 7 dicembre 1980.Crash diventa negli anni a venire un mito generazionale per tutti i giovani che lottano contro se stessi.


4 commenti:

MrJamesFord ha detto...

Grandissimo gruppo, grandissima raccolta e mitico Crash!
E' stato a suo modo sfortunato anche nell'atto dimostrativo della ribellione attraverso la morte.

Overthewall91 ha detto...

Concordo Ford, uno dei miei gruppi hardcore preferiti, non mi stanco mai di ascoltare canzoni come We Must Bleed.

fuzz ha detto...

Questo disco mi ha folgorato alla sua uscita, e ancora adesso lo ascolto volentieri. Mantiene inalterata freschezza e forza distruttiva.
Dei componenti dei Germs, a parte Crash ho sempre stimato molto Pat Smear, secondo me onestissimo chitarrista. Ma sfortunato, prima nei Germs e muore Crash, quando entra nei Nirvana dopo 6 mesi muore Kurt.

Overthewall91 ha detto...

Concordo Fuzz