Se vi dicessi che in Perù, verso la metà degli anni sessanta, ondate oceaniche (forse non proprio oceaniche, ma è per rendere l’idea) di ragazzine e ragazzini impazzivano per un gruppo garage-rock, non mi credereste, e a dir la verità sarei la prima a non crederci. E invece, strano ma vero, Los Saicos, sono riusciti nell’impresa, portando sotto la luce dei riflettori il lato selvaggio del rock’n’roll, all’incirca, per due annetti, dal 1964 al 1966, poi il complesso è misteriosamente sparito da riviste, giornali e televisioni. Los Saicos, definiti da alcuni gli antesignani peruviani del punk, sono i fra primi gruppi ad aver inciso canzoni proprie (all’epoca le band tendevano a incidere cover dei brani americani/inglesi) ed aver scritto testi in spagnolo. Artefici di questo “miracolo” peruviano sono Erwin Flores (voce,chitarra), César Castrillòn (voce,basso), Rolando Carpio (chitarra) e Pancho Guevara (voce,batteria), giovani virgulti, appena diplomati, cresciuti a pane e Beatles, Animals, Rolling Stones e non a garage americano come vogliono strane dicerie tra mito e leggenda.
Ufficialmente il gruppo si forma nel 1964 a Lince, Lima, ma nel 1965 salta alle luci della ribalta: riceve dalla stampa peruviana il prestigioso riconoscimento di “gruppo rivelazione”, il numero di concerti si intensifica e le apparizioni radiofoniche e televisive non si contano più. Nel 1966, all’apice del successo, con un programma sulla tv nazionale “El Show de los Saicos” e sei 45 giri di successo, il gruppo si scioglie, non per le famose e diffusissime incomprensioni artistiche tra componenti, ma per il desiderio, forse incomprensibile per noi “signori nessuno”, di rallentare e staccare la corrente dai ritmi frenetici e pressanti del music business. I vari componenti della band ritornano alla routine quotidiana nell'ombra dell’anonimato :Castrillòn e Flores si trasferiscono negli Stati Uniti e Carpio, Guevara rimangono a Lima. Manco a dirlo, nel corso degli anni l’interesse per Los Saicos non è mai cessato, curiosità che si fa imponente negli anni zero grazie a una serie di eventi e pubblicazioni discografiche gravitanti intorno al gruppo: nel 2000 l’etichetta Electro Harmonix pubblica “Wild Teen Punk from Perù 1965”, contenente le versioni rieditate di tutte le canzoni de Los Saicos, nel 2005 muore il chitarrista della band Rolando Carpio, nel Maggio 2006 Erwin Flores, César Castrillòn, Pancho Guevara e il figlio di Carpio (in rappresentanza del padre), convocati dal distretto municipale di Lince, partecipano alla cerimonia per la collocazione della targa commemorativa in onore della band "En este Lugar naciò el movimento punk en el Mundo - Demoliciòn", il giorno seguente Los Saicos intonano al concerto dei Manganzoides per la prima volta dopo quaranta anni il loro anthem Demoliciòn.
Targa commemorativa |
Il 26 Marzo 2010 Flores, Castrillòn e Guevara si riuniscono a Lima, dopo 45 anni,per suonare i classici della band, Demoliciòn, Cementerio, Camisa de fuerza, Ana, El entierro de los gatos, raccolti nella compilation ”¡Demolición! The Complete Recordings”(2010, Munster Records), cd da avere per avventurarsi nel mondo de Los Saicos.Un universo sonoro, a tratti scanzonato come nelle canzoni d’amore, Ana, Te amo, Besando a otra, Intensamente, ed a tratti oscuro, avventuroso, catacombale come nelle misteriose e selvagge, Fugitivo de Alcatraz, Cementerio, Salvaje,Entierro de los gatos. Un viaggio nel tempo per (ri)scoprire il lato nascosto del rock peruviano, omaggiato qualche mese fa, a Febbraio 2011 dal regista Hèctor Chàvez con il documentario “Saicomania”.
Come on (Ven Aquì)
Trailer di "Saicomania" con la partecipazione speciale dei garage rocker americani Black lips, grandi ammiratori de Los Saicos
Streaming di "¡Demolición! The Complete Recordings"