venerdì 30 settembre 2011

R.E.M. - Green


Nel 1988 gli R.E.M. firmano con la Warner.Poteva essere la fine di un sogno, ed invece fu l’inizio di una nuova epoca. Il gruppo prosegue per la sua strada, continua la collaborazione con il produttore Scott Litt, già su“Document”.Il risultato è “Green”, album in pieno stile R.E.M. , in bilico tra passato e presente. Da un lato emerge l’anima pop scanzonata del gruppo, dall’altro la vena intimista ed impegnata. Su questa doppia natura dei brani Stipe ci scherza, nella canzone d’apertura, “Pop Song 89”, canta ironicamente “Should we talk about the weather? Should we talk about the government? / Parliamo del tempo? Parliamo del governo”?”. Parlerà di entrambi, in “Get Up” e “Stand” i R.E.M. ricalcano lo stile della canzone pop eccellenza: testi solari e melodie orecchiabili.”Get Up” è il primo e forse l’ultimo brano del gruppo, il cui testo sia estremamente comprensibile, fin da primi versi è estremamente chiaro quale sia il significato della canzone:un inno alla vita. Non manca però l’inevitabile gioco di parole , nel ritornello la voce principale canta “Dreams they complicate my life”( i sogni mi complicano la vita”) e la seconda voce contrapposizione risponde “Dreams they complement my life”( i sogni completano la vita).”Stand” è una divertente e riuscita presa in giro delle bubblegum pop songs anni sessanta. E l’idea è così geniale che anche Weird Al Yankovic nel 1989 scrive “Spam”(“ Uhf”), una parodia della parodia. Ma Green non è un album esclusivamente pop, alla leggerezza velata di ironia di canzoni come “Stand” e “Get Up” si contrappone il minimalismo acustico di ballate malinconiche e sofferte(”You Are The Everything”, “Hairshirt”,“The Wrong Child”).Il nuovo approccio non impedisce di guardare al passato recente: “Document”.Non mancano quindi le rock songs, “Orange Crush” (brano contro l’imperialismo americano), ”Turn You Inside Out” (analisi del rapporto tra performer e pubblico), ”I Remember California” sembrano confermarcelo.L’idea iniziale era infatti di dividere l’album in due parti: una elettrica e una acustica. Poi non se n’è fatto più niente e gli R.E.M. hanno preferito un album variegato, ma senza di divisioni di sorta. Piccoli dettagli arricchiscono questo piccolo gioiellino pop/ rock: nel booklet dell’artwork compare per la prima volta le parole di una canzone “World Leader Pretend” e alla fine della tracklist tradizionale, scritta nel retro della copertina, appare una traccia fantasma, senza titolo, nota come “Untitled”.


Questa recensione fa parte di uno speciale dedicato alla band di Athens

Qui potete trovare nella sua interezza la parte dedicata al primo periodo : 1982 -1988


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6 commenti:

face ha detto...

pezzo mitico!mi ricordo il video grande....

Overthewall91 ha detto...

Anch'io me lo ricordo come se fosse ieri, ero una bambina quando lo vidi per la prima vota.

Blackswan ha detto...

A mio avviso non all'altezza dei precedenti che hai commentato,ma un buon album.Qui mi faceva strippare World Leader Pretend.

Overthewall91 ha detto...

Sì,a mio parere, Green è leggermente inferiore ad album come Document, Fables, Reckoning.Ma la differenza è quasi impercettibile, in quanto ho sempre considerato Green come un episodio a sé nella storia dei R.E.M.., è a metà strada tra il pop e il rock.

Resto In Ascolto ha detto...

un ottimo viatico per il successivo Out of Time.

Overthewall91 ha detto...

@Resto In Ascolto
Sì, decisamente.Anche se Out of Time mi ha deluso.