venerdì 2 settembre 2011

Ian McCulloch - September song


Quasi per caso, mentre stavo cercando il video di "Ripeness", compare nella lista dei suggerimenti di youtube "September Song", una canzone di Ian McCulloch che non  avevo mai sentito, non è infatti contenuta nei dischi solisti del leader dei Bunnymen, "Candleland"(1989), "Mysterio"(1992), "Slideling"(2003).Si tratta di un esperimento  fuori dai canoni della new wave, un tentativo da parte di McCulloch di avvicinarsi alla chanson francese ed a certo pop colto, motivo per cui McCulloch preferisce incidere il brano senza l'apporto degli altri Bunnymen."September song" in origine è un brano pensato per il musical "Knickerbocker Holiday"(1938), musica scritta dal compositore tedesco Kurt Weill (più volte collaboratore di Bertolt Brecht) e testo dello scrittore americano Maxwell Anderson, solo a partire dagli anni quaranta la canzone verrà poi inserita nel film "September Affair"(1950) e nella serie tv "May to December" ed interpretata da vari strumentisti e cantanti, fra cui anche McCulloch nel 1984. La versione di quest'ultimo, ideale per i primi tramonti settembrini, è una travolgente e struggente ballata crooner  da ascoltare sul far della sera mentre le foglie caduche si addormentano sull'erbetta bagnata.


8 commenti:

Anonimo ha detto...

Nice song. ALways liked McCulloch :)

face ha detto...

bella canzone ,il video na tristezza con il mare d inverno ... molto artista maledetto

Overthewall91 ha detto...

Adoro entrambi, video e canzone.

allelimo ha detto...

Questo pezzo me lo ricordavo brutto, ma non così brutto!
Prescindibile come tutte le cose fatte da Mac fuori dai Bunnymen, anzi, a dirla tutta, come tutte le cose da lui fatte con o senza Bunnymen dopo "The Killing Moon", fino ai tristissimi ultimi dischi in cui ha perso completamente la voce :(

Overthewall91 ha detto...

Non mi sembra brutto, poi ognuno ha i suoi gusti.

allelimo ha detto...

A me il pezzo sembra brutto, perchè fatto da uno che è stato il cantante del mio gruppo preferito degli anni '80, che ha realizzato capolavori come "Crocodiles" e "Heaven up here" e al loro confronto questo pezzo sparisce.
I gusti son gusti, verissimo e non potrei essere più d'accordo: però i Bunnymen sono il classico esempio di un tutto che è maggiore della somma delle parti, come dimostrano le tristi produzioni post-Ocean Rain. E, volendo essere proprio generosi, si possono ancora salvare due-tre pezzi del successivo "Echo and the Bunnymen".
Ascoltare Mac oggi, afono e senza nulla da dire, è per me una vera sofferenza... gli ultimi due dischi live sono imbarazzanti per pochezza e sciatteria.
L'unica cura è riascoltare "Going up": tre accordi, eh, ma è un pezzo moderno ancora oggi, e nel 1980 era una cosa mai sentita prima.
Domando scusa se sono stato eccessivo, ma i Bunnymen occupano un posto speciale tra i miei dischi :)

Overthewall91 ha detto...

I Bunnymen occupano un spazio speciale anche tra i miei dischi.C'è da dire che questo brano è del 1984, ossia lo stesso in cui è uscito "Ocean Rain", quindi non capisco perché lo consideri così brutto.Sono d'accordo che c'è un abisso tra gli echo degli anni ottanta e quelli degli anni novanta(un gruppo senza De Freitas e poi anche senza Pattinson).Da inguaribile fan apprezzo anche qualche lavoro uscito negli anni novanta, anche se so che non è più lo stesso gruppo, ma un duo (Sergeant e McCulloch) accompagnato da strumentisti.Da dischi come Siberia non mi aspetto niente di originale, innovativo o sconvolgente, ma solo di passare una piacevole ora in musica.

allelimo ha detto...

Perchè il pezzo mi sembra brutto, parte 2.
Cerco di spiegarmi.
Brutta perchè è un pezzo che non ha nulla a che vedere con quello che all'epoca ci si aspettava da Mac e dai Bunnymen. Che di per sè non è un male, se lo spiazzamento arriva da qualcosa di inaspettato ma ben fatto. Qui di ben fatto c'è pochissimo.
L'arrangiamento non si fa mancare nulla degli stereotipi "pop di classe con atmosfera parigina": quando entra anche la fisarmonica viene voglia di prendere a sberle l'ideatore di tanta banalità.
E adesso mi sembra ancora più brutta di quanto mi fosse sembrata all'epoca perchè ci trovo dentro l'anticipazione di quelle che saranno le future pessime prove dei Bunnymen, dagli arrangiamenti sovrabbondanti di archi al vuoto estetismo fine a sè stesso degli ultimi dischi.
Unica cosa positiva, Mac non aveva ancora perso la voce...
Ma non voglio convincere nessuno, eh! E' solo quello che penso io, e visto che i gusti son gusti, ci sta benissimo che a te non sembri un brutto pezzo :)