lunedì 3 ottobre 2011

A night with Luigi Tenco

Sono sempre stata affascinata dalla figura enigmatica di Luigi Tenco. Senza una ragione precisa, ho semplicemente amato la musica e le parole dell'artista.Facevo la prima o seconda media, non ricordo bene, fui colpita dalla voce di quel giovane, quella voglia di gridare al mondo le proprie idee, celata da una leggera malinconia per le delusioni della vita.Elegante nell'interpretazione Tenco ha saputo toccare le note dolenti dell'anima e della ragione, il mondo circostante scompare, rimane solo il silenzio sconcertante che ti assale quando assapori a fior di pelle le emozioni: gioia, dolore, rabbia, non importa.Dipinto come semplice cantante dal tono triste, una definizione banale,Tenco è stato un grande cantautore, abile nello  scrivere splendide canzoni d'amore e argute critiche alla società italiana dell'epoca.Ci è sfuggito di mano e lo abbiamo perso per sempre.Stasera voglio farlo rivivere nei miei ricordi con una mini playlist di cinque canzoni.









8 commenti:

Leandro Giovannini ha detto...

bel ricordo, di lui non se ne parla mai abbastanza. una curiosità, se vuoi vedere Tenco attore, cerca il film di Luciano Salce "La Cuccagna", dove Luigi recita la parte di un giovane ribelle che vive d'espedienti e in attesa di evitare il servizio militare. Nel film Tenco canta "La Ballata dell'Eroe" di De Andrè ed è uno dei momenti più toccanti della pellicola.

Overthewall91 ha detto...

Grazie mille per il consiglio, Harmonica :).Mi segno il film :D.

Chiara/gioiecolori ha detto...

Io anche l'ho visto quel film ed è vero, è bello proprio! E lui è bravo pure come attore infatti!
;)

Overthewall91 ha detto...

Bene, allora, non me lo devo proprio perdere :).

Unknown ha detto...

Tenco è stato davvero grande, chi lo definisce "semplice cantante dal tono triste" o non ascolta con attenzione o ha paura di quello che ascolta e Tenco ha detto cose che non faceva piacere ascoltare!

Overthewall91 ha detto...

Concordo Antonio.

Anonimo ha detto...

Come uno che si lasci cadere
per non muoversi più.
Una folla immensa d'intorno
sento affaticarsi e avanzare,
ma forse è solo l'illusione dei sensi stremati.
La meta è ancor tanto lontana
ma tanti e tanti ormai
l'hanno anelata e raggiunta
ch'io posso tremando
solo più annichilirmi nel buio.
Ma forse è solo la vertigine
del desiderio in agonia.
Come uno che si lasci cadere
e non si muova più.
(Cesare Pavese)

Overthewall91 ha detto...

Pavese :D.