The King of limbs
Disco evento
“The King of limbs”, non è solo , come ben saprete, l’ultimo disco dei Radiohead, gruppo inglese, sopravvissuto agli anni novanta, sospeso a mezz’asta tra rock e elettronica. E’ un vero e proprio evento , per capirlo non ci vuole molto , basta dare un’occhiata furtiva al mondo del web. Sulle varie webzines, su numerosi social networks(facebook,twitter) si rincorrono le prime indiscrezioni, su youtube compare il video del primo estratto “Lotus flower”, con protagonista assoluto della scena un inedito Thom Yorke , nei panni di un ballerino scatenato , quasi tarantolato. Chi l’avrebbe mai detto. Ma in fondo non c’è da stupirsi più di tanto, le premesse c’erano già tutte. Già all’epoca dell’uscita di “In Rainbows” , i Radiohead avevano spiazzato il pubblico , gli addetti ai lavori , i meccanismi discografici, rendendo disponibile il download del disco in uscita sul sito ufficiale. Dato il successo dell’operazione nel 2007, la band ci riprova oggi ai bagliori del 2011, c’è un solo un piccolo cambiamento di strategia ,il prezzo del download non è a libera scelta del consumatore, ma è stato fissato un range di partenza, pari a 7 euro. Dopo questa breve introduzione , direi che è giunta l’ora di entrare nel vivo della musica, scardinare piacevolmente le viscere più profonde di “The King of limbs”. L’album si apre con “Bloom”. Un inizio ambient . La drum machine è in primo piano , inebriante, ripetitiva, seduttiva, conquistatrice. In lontananza, nello sfondo, richiami classici, violini tra l’allegro e il malinconico e una sfuggente apertura all’insegna della melodia sfuggevole del pianoforte, interrotto da un turbine di echi elettronici. Atmosfere nebulose, oscure, enigmatiche imperversano fino a diventare ossessive , conturbanti .Vortici sonori in cui è facile perdersi. Rimbombano le armonie vocali tra ritmi elettrici altalenanti(“Morning Mr. Magpie”). Rari raggi di luce illuminano il paesaggio, come se la luna fosse scomparsa dall’orizzonte. Tra scenari orientaleggianti, scorci scricchiolanti, fugaci arpeggi di chitarra , si fa strada in un crescendo, ricco di pathos lo stregante sospiro di Yorke(“Little by little”). Nel buio più profondo , i riff di chitarra catturati dalle sabbie mobili, son ormai ostaggio di synthesizers e drum machines, attori protagonisti della linea compositiva di fondo del disco. Scie di suoni dall’andamento intermittente esplodono inaspettatamente a singhiozzi ,tra mari e monti di decibel(“Feral”). Dimentichi del passato elettronico, dopo aver assaggiato con gioia le insidie ballerine del fiore di Loto(“Lotus flower”), è tempo di lasciarsi cullare da ballate dal sapore dolce-amaro, spazio dunque a toni minimali. Nessun artificio elettronico solo voce e chitarra/piano(“Codex”,”Give up the ghost”). Questi sono i nuovi radiohead , in bilico tra la freddezza avvolgente di drum machines e la calda intimità acustica.
2 commenti:
Recensione molto piacevole :)
Questa è la mia, fammi sapere che ne pensi: http://crazydiamondmusic.blogspot.com/2011/09/king-of-limbs-radiohead.html
;).
La leggo subito :), anche se mi sembra di averla già letta.
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