La Terra sembra ferma, eppur si muove. Il mondo gira intorno
a noi e spesso non ce ne accorgiamo. Nuove realtà artistiche nascono, crescono
e scompaiono nei posti più impensabili. La Vanguarda paulista (avanguardia di
San Paolo), movimento culturale
sviluppatosi a San Paolo di Brasile tra la fine degli sessanta e i primi
anni ottanta, mette in dubbio le labili certezze della cultura
filo-anglosassone. La punta di diamante dell' Vanguarda paulista sono i Fellini
(nome scelto come tributo al grande regista italiano). Il bello è che i Fellini non c'entrano niente
con gli altri artisti facenti parte della "Vanguarda", perché è bene
dirlo subito, il denominatore comune dell' Avanguardia di San paolo non è musicale, ma attitudinale. Gli artisti di
avanguardia si distinguono per l'innata volontà di sperimentare nuove vie
musicali e il rifiuto delle grandi etichette discografiche, estranee
all'underground. I Fellini non partecipano a nessun programma radiofonico o
televisivo, non ricercano le luci della ribalta, sono intenti a creare una
propria formula musicale. Nell'album di debutto " O Adeus de Fellini"
(letteralmente in italiano "Addio di Fellini "), uscito nel 1985 per
la casa discografica indipendente Baratos Afins, il gruppo inizia a delineare
la propria cifra stilistica.
I Fellini si mantengono a giusta distanza dai modelli
anglosassoni (Gang of Four, The Fall), costruiscono una propria identità, per
intenderci, non sono la solita imitazione dei Joy Division. Decidono di cantare
in portoghese (ad eccezione del brano Zäune, cantato in tedesco), scelta quanto
mai azzeccata, capace di far trasparire appieno la loro brasilianità. La
proposta musicale dei Fellini non è una riproposizione sterile di canoni
stilistici d'oltremanica, è un incrocio di mondi, all'apparenza,
inconciliabili: la tradizione musicale brasiliana (bossa nova, samba) e il post-punk
anglosassone.
Il bassista Thomas Pappon scrive la musica e il
cantante Volpato i testi delle canzoni.
e "Nada" è il manifesto del disco, la ritmica martellante della linea
di basso iniziale si incrocia con il suono dolce della chitarra acustica, è un
contrasto tra chiaro e scuro, luce e buio, pesantezza e leggiadria. Lo scontro
- incontro si ripropone continuamente, suoni e rumori vari (tra cui il suono di un treno nella
canzone d'apertura) si sfiorano, accarezzano a vicenda e mescolano in un
crogiolo di stili molteplici: le sonorità indiane di "Shiva Shiva "
(Shiva è una divinità induista),
l'espressionismo tedesco di " Zäune", il "sangre" spagnolo
di " Bolero" ( titolo del brano, molto probabilmente, ispirato al
Bolero, danza di origine spagnola nata
alla fine del XVIII secolo). Anche i brani di più chiara matrice anglosassone
("Rock Europeu", "Cultura", "Outro Endereço, Outra
Vida"), offrono una varietà di vedute sonore, grazie all'introduzione, mai
fuori luogo, di inserimenti di tromba e percussioni. "O adeus de
Fellini" è l'album che avrebbero inciso gli A Certain Ratio se fossero
stati brasiliani e non avessero avuto prerogative dance- punk. Fuor di
metafora, senza "se " e senza "ma", l'album di debutto dei
Fellini è uno dei migliori dischi, se non il migliore della new wave /
post-punk brasiliana. Merita un ascolto,
poi potrete maledirmi.