“Written in Waters”, capolavoro
del black metal norvegese, è uno di quei dischi che ti spiazzano. Soprattutto
se non si è amanti sfegatati del black metal e del metal in generale. Il metal,
generale musicale tra i più bistrattati, spesso tacciato di ripetitività,
banalità e scarsa originalità: in pratica un genere che ripete i soliti stilemi
ritriti, della serie poche idee ed espresse pure male. Le solite critiche
pregiudizievoli forse o semplicemente un amore non corrisposto, trasformatosi
facilmente in odio. Non lancio il sasso e nascondo la mano, fino a qualche anno
fa, ero anch’io una detrattrice del
metal o forse lo sono ancora oggi in maniera minore. Grazie al technical
death- metal californiano ( Death, Atheist) e in particolar modo grazie ai Ved
Buens Ende, ho cambiato idea (in parte). Quest’ultimi si distinguono in modo
particolare per certe influenze jazz nel drumming e sperimentazioni tra il
free-jazz e il prog, si formano ad Oslo nel 1993 dall’unione del batterista/cantante
Carl-Michael Eide (Satyricon, Ulver, Dødheimsgard), del bassista Skoll (Arcturus, Ulver) e
del chitarrista Vicotnik (Code, Dødheimsgard). Diffondono un primo demo “Those who caress the
pale” (pubblicato nel 1997), che gli frutta un contratto con l’etichetta
britannica Misanthropy Records, per la quale nel 1995 rilasciano il primo ed
unico album “Written in Waters”. I Ved Buens Ende rappresentano un band atipica nel panorama black metal,
muovono da influenze post-rock e prog per quanto riguarda la forma dei brani. Le
strutture portanti dei pezzi ricordano le interminabili cavalcate post-rock,
ma il cielo alle nostre spalle non è
limpido. Un’ atmosfera plumbea e cupa pervade tutto il disco, un po’ come se ci
trovassimo quelle in cui giornate in cui non smette mai di piovere. La speranza
di vedere dietro le nuvole un accenno di rasserenamento non muore mai, non può
piovere per sempre e forse le pause da inframmezzo (Coiled in Swings, Autumn
Leaves) al cantato screamo (Den Saakaldte) e ai riff più pesanti segnano una
continua ricerca di vie di fuga dai
percorsi musicali già solcati in passato. La sperimentazione di nuovi
paesaggi sonori subisce una battuta di
arresto nel 1997: la band si scioglie. Nel 2005 il leader Eide riprende il
discorso lasciato a metà con i Ved Buens Ende e forma i Virus. Poco importa, se i Ved Buens Ende non
esistono, il genio creativo di Eide è ancora all’opera, pronto a rivoluzionare
di nuovo il concetto di black metal.